Il sociale, l’istruzione, la mobilità, i luoghi, le imprese sono gli assi su cui concentrare l’impegno per la ricostruzione del Mezzogiorno, dopo l’emergenza covid-19. Un documento di 29 esperti su come pensare al futuro del Sud.

Il sociale, l’istruzione, la mobilità, i luoghi, le imprese sono gli assi su cui concentrare l’impegno per la ricostruzione del Mezzogiorno, dopo l’emergenza covid-19. Un documento di 29 esperti su come pensare al futuro del Sud.
Sanità, ambiente, fisco, welfare, energia, Sud, infrastrutture: i fronti su cui la politica è chiamata a intervenire nel post-Covid sono molti. E tutti richiedono interventi radicali, con un taglio netto rispetto alle scelte del passato. Sarà capace di farsene carico l’attuale maggioranza di governo?
“Quanto più il Nord abbandona il Sud, tanto più l’Italia si smarrisce”. Secondo Adriano Giannola, presidente di Svimez, il Sud va anzitutto ricostruito, con un progetto che consenta all’Italia di recuperare nel Mediterraneo il ruolo di cervello logistico del Sud Europa.
Il Programma Nazionale di Riforma contiene interventi e misure condivisibili, ma c’è troppo poco su alcuni capitoli cruciali per il rilancio socioeconomico del Paese, dalla politica industriale alla sanità, dall’istruzione al fisco. Manca in particolare una strategia complessiva sull’intervento pubblico.
Il 3 luglio di 25 anni fa moriva Alex Langer. E’ stato nel corso della sua vita tante cose: attivista per la convivenza inter-etnica in Sud Tirolo, esponente politico prima con Lotta Continua e poi con i Verdi, parlamentare europeo, ecologista e pacifista. E’ stato sempre predisposto al dialogo, al confronto tra punti di vista […]
Il piano “Italia Veloce” da 200 miliardi è un buon inizio, così come i primi 3 miliardi per la nuova Alitalia. Ma per i sindacati il perno di un settore strategico per la ripresa come quello della mobilità, dal turismo alla logistica ai porti, è il contratto.
Disponibile il webinar di Sbilanciamoci! sul lavoro e l’industria di fronte all’emergenza Covid-19. Ne parlano Giuseppe Berta, Mario Pianta, Francesca Re David, Pasquale Tridico.
Alla vigilia degli “stati generali”, l’ex presidente del Consiglio invita le migliori energie a unirsi per disegnare il futuro sotto la regia dello Stato. Bisogna sconfiggere la convinzione, secondo cui niente può cambiare. Da Collettiva.it
Il piano di Colao, dal sapore tecnocratico e liberista, è deludente, lacunoso e sbagliato. E’ deludente perché manca di coraggio e visione di un paese diverso, limitandosi alla rassegna di misure micro ed eterogenee non raccordate in un disegno strategico. Mancano le priorità.
Sono 126 mila i laureati espatriati dopo il 2011. E ora c’è il serio rischio di un crollo delle immatricolazioni oltre il 20 per cento. I 278 milioni di euro in più del decreto Rilancio non basteranno. Servono risorse a lungo termine, fine del numero chiuso e della frammentazione competitiva.