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Contro il Covid queste armi non servono

La legge di bilancio 2021 ha alcune luci (i soldi per la cassa integrazione, l’assegno universale, gli asili nido), ma anche tante ombre (non si tagliano i sussidi ambientalmente dannosi, solo poche briciole per la scuola, regali alle imprese senza condizioni…) e tra queste una delle più clamorose sono i 6 miliardi stanziati per i […]

Questa legge di bilancio ha sicuramente alcune luci (i soldi per la cassa integrazione, l’assegno universale, gli asili nido) ma anche diverse, tante ombre (non si tagliano i sussidi ambientalmente dannosi, ci sono solo poche briciole per la scuola, regali alle imprese senza condizioni, ecc.) e tra queste una delle più clamorose sono i 6 miliardi stanziati per i sistemi d’arma.

Sì, nel 2021 il governo con la legge di bilancio ha deciso di continuare a spendere 6 miliardi per sommergibili, fregate, caccciabombardieri, blindo veloci, lanciamissili e chi piùne ha più ne metta. Da ricordare che da qui al 2035 dei 146 miliardi di investimenti pubblici programmati ben 37 (cioè il 25% del totale) andranno alla Difesa (non dal Covid, ma dalle invasioni dei marziani) e solo qualche spicciolo alla sanità e all’istruzione. Durante l’emergenza della prima ondata il nostro sistema ha quasi chiuso completamente con l’eccezione delle cosidette attività startegiche: sono state considerate come tali  anche le industrie che fanno armi. Alcuni lavoratori si sono ammalati di Covid-19 per montare le strategiche ali dei cacciabombardieri.

Veniamo ai dati della legge di bilancio. Come hanno ricordato la campagna Sbilanciamoci e la Rete Pace e Disarmo in un recente documento “nel 2021 il solo bilancio del ministero della Difesa prevederebbe infatti al momento un aumento di 1,6 miliardi (quasi tutti per spese investimento) arrivando ad un totale di 24,5 miliardi di euro”. Se non è poi facile valutare con precisione la spesa complessiva di natura prettamente militare (ai fondi della Difesa vanno aggiunti quelli di altri dicasteri mentre vanno sottratte le funzioni non militari) è invece più semplice delineare il quadro delle risorse destinate all’acquisto di nuove armi: analizzando i capitoli specificamente legati all’investimento troviamo poco oltre i 4 miliardi di euro allocati sul Bilancio del ministero della Difesa e circa 2,8 miliardi in quello del ministero per lo Sviluppo Economico, a cui vanno aggiunti i 185 milioni per interessi sui mutui accesi dallo Stato per conferire in anticipo alle aziende le cifre stanziate per specifici progetti d’arma pluriennale. “Ciò porterebbe dunque ad un totale di ben 6,9 miliardi che probabilmente è una sovrastima (nei Documenti Pluriennali di Programmazione il ministero della Difesa esplicita la cifra di 5,9 miliardi) ma che ci consente di confermare la nostra valutazione di 6 miliardi spesi nel 2021 per nuove armi”. Risorse che peraltro vengono decise e destinate in un quadro di opacità e mancanza di trasparenza: nei documenti del DDL di Bilancio non vengono infatti fornite informazioni di dettaglio sui sistemi d’arma acquisiti, esplicitate dalla Difesa solo a mesi di distanza. E così, come al solito, i Parlamentari sono costretti a votare al buio.

Vogliamo fare noi qualche esempio di quanto costano queste armi e cosa si potrebbe fare con gli stessi soldi? Con i soldi di un carro armato ariete (7 milioni) potremmo riaprire 20 piccoli ospedali e con il costo di una fregata potremmo assumere 1200 infermieri per 10 anni. Al posto di un blindo centauro (13 milioni) potremmo dare 2.800 borse di studio per studenti fuori sede. Con i soldi che spendiamo (44 milioni) per un elicottero Nh-90 potremmo acquistare 4.500 ventilatori polmonari. Al posto di spendere soldi per un pattugliatore d’altura Ppa (427 milioni) potremmo ammodernare 410 ospedali. Siccome non ci facciamo mancare niente abbiamo anche i sottomarini. Ebbene con i soldi (670 milioni) di un sommergibile U-212 potremmo pagare lo stipendio a 1.000 medici per dieci anni. Non può mancare una nave anfibia che ha per nome “Trieste”: con gli stessi soldi (1 miliardo e 171 milioni) potremmo abolire le tasse universitarie ad un milione di studenti. Dulcis in fundo i cacciabombardieri F35. Siamo arrivati al costo di 195 milioni di euro. Potremmo rimettere a nuovo con gli stessi soldi 380 scuole che cadano a pezzi.

Per questo la campagna Sbilanciamoci e la Rete Italiana Pace e Disarmo propongono una moratoria per il 2021 su tutte le spese di investimento in armamenti: 6 miliardi da destinare alla sanità (soprattutto ai servizi territoriali e all’assunzione di personale) e all’istruzione: questa è oggi la nostra priorità. E’ questa la scelta da fare, quella veramente indispensabile. Chi ci difende di più dal Covid-19: una santabarbara di armi o una sanità che funziona?