Secondo il governo in soli 6-7 mesi il Paese dovrebbe crescere di 0,6 punti di PIL in più rispetto al quadro tendenziale. E c’è anche il dubbio che le ingenti risorse impegnate eccedano l’effettiva capacità di spesa della pubblica amministrazione.
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Secondo il governo in soli 6-7 mesi il Paese dovrebbe crescere di 0,6 punti di PIL in più rispetto al quadro tendenziale. E c’è anche il dubbio che le ingenti risorse impegnate eccedano l’effettiva capacità di spesa della pubblica amministrazione.
Poteva essere una NADEF di cambiamento radicale. Ci aspettavamo trasparenza e chiarezza. Arriva invece un testo composito di esigenze giustapposte senza un filo conduttore: un’occasione persa in tutti i campi
Sforare i rigidi parametri dell’austerity di Bruxelles è ciò che più convince della manovra annunciata dal governo, che resta in larga parte ancora da scoprire nel dettaglio. La flat tax viola i principi di progressività fiscale, la pace fiscale appare un condono e anche i criteri “reddito di cittadinanza” sembrano una retrocessione al “welfare to […]
Le sfide dell’Italia che il nuovo governo deve affrontare
Il 27 settembre il governo gialloverde dovrà presentare il Def. C’è uno strabismo tra chi si aspetta interventi su pensioni, fisco, investimenti e reddito di cittadinanza e chi guarda a riduzione del debito. Mentre Tria sembra aver archiviata la battaglia per ridefinire i criteri del fiscal compact.
Contro Tsipras convergono le critiche dei «sovranisti» di sinistra e dei dei neo-populisti di destra. Eppure nel 2017 il Pil greco è cresciuto di quasi l’1,5% e nei 5 anni di “cura della Trojka si era ridotto del 30%.
Non è vero che non si può abbassare l’età pensionabile a 64 anni. Costa 9 e non 18 miliardi. Molti interventi ridurrebbero la precarietà delle nostre vite. E senza mettere in contrapposizione ex giovani e anziani o lavoratori stranieri con italiani. Dagli stranieri 5 miliardi annui di saldo attivo.
Giacomo Gabbuti, Salvatore Morelli
25 Giugno 2018 | Sezione: Economia e finanza, Italie, primo pianoLa ricerca di due giovani economisti, su database comparativi, dimostra che con la riforma leghista anche con un’aliquota massima del 20% riporterebbe le lancette della Storia al 1918, e cioè ai primi, incerti, tentativi di introdurre l’imposizione progressiva in Italia.
Una riflessione a posteriori chiesta a Francesco Bogliacino e Carlo Tognato, docenti a Bogotà presso la Universidad Nacional de Colombia, sui risultati del ballottaggio del 17 giugno in Colombia che ha vinto il candidato del centrodestra Duque.
Cosa scriverà il nuovo governo nel Piano per l’Energia e il clima? Il contratto di governo Di Maio-Salvini in ogni caso era estremamente deludente su clima ed energia.