Top menu

Autori Sezioni: Guglielmo Ragozzino

Guglielmo Ragozzino scrive attualmente sul manifesto e cura l’edizione italiana di Le Monde diplomatique e dei testi collegati, come gli Atlanti su geopolitica e ambiente. E’ stato redattore di Problemi del socialismo, la rivista di Lelio Basso, ha poi diretto Fabbrica e stato, rivista della sinistra sindacale e in seguito Politica ed Economia. Ha curato la pubblicazione di “Cent’anni dopo”, dialogo sulla Cgil tra Vittorio Foa e Guglielmo Epifani (edizioni Einaudi, 2006) e inoltre ha scritto insieme a Gb Zorzoli un libro sul petrolio, “Un mondo in riserva” (Franco Muzzio Editore, 2006).

740x360-29482

Della guerra e della pace

Dal ‘Guerra è pace’ di Arundhati Roy alle guerre economiche e a quelle per difendersi. Fino all’ultima guerra, quella di Libia, dove si è andati alla ricerca di petrolio e si sono trovate invece persone. Una riflessione in 18 punti sulle guerre e sulle ragioni e conseguenze economiche che spesso ad esse sottendono

trump-silhouette-promo

Il wrestling di Donald

Il presidente Trump, dopo avere deciso di ritirare gli Stati uniti dagli accordi di Parigi sul clima, ha riproposto un’esibizione del suo passato di giullare prepotente per dichiarare guerra alla CNN, emittente televisiva, e all’insieme dell’informazione non allineata

index

Un regalo per Valentino

“Valentino amava con passione perfino smodata il manifesto, ma il manifesto era molto più riservato, sulle sue. In una sola occasione ci siamo lasciati andare, abbiamo restituito qualcosa al suo amore sconfinato; è stato in occasione del suo settantesimo compleanno

unnamed

Lo specchio di Davos

Durante la kermesse dei potenti del mondo a Davos, Oxfam ha diffuso i dati dell’ultimo rapporto secondo cui otto persone hanno ricchezze pari a metà del mondo. Se aggiungiamo la piramide della ricchezza elaborata da Credit Suisse l’immagine che ne esce è quella di un mondo in cui il divario tra ricchi e poveri continua […]

1111

Referendum, oggi si vota

Occorre evitare che a modificare la Costituzione sia una parte soltanto del Parlamento senza o contro gli altri. E ricordare che c’è un altro modo di fare la democrazia: quello di cambiare, se occorre, le regole della vita comune in modo il più possibile condiviso. Come i primi cinquant’anni della nostra Repubblica ci hanno insegnato