Più investimenti, meno tasse, riequilibrio dei conti, meno redistribuzione: queste le linee di fondo della manovra di bilancio del governo Draghi per il dopo-pandemia, con politiche meno ambiziose che accompagnano una crescita più lenta.

Più investimenti, meno tasse, riequilibrio dei conti, meno redistribuzione: queste le linee di fondo della manovra di bilancio del governo Draghi per il dopo-pandemia, con politiche meno ambiziose che accompagnano una crescita più lenta.
La legge di Bilancio, guardata in dettaglio, è un’occasione mancata, tanto più grave tanto più le sfide di struttura che attendono il Paese sono disattese. Dal mancato universalismo sugli ammortizzatori fino alla non condizionalità degli aiuti alle imprese per progetti green. Solo ritocchi su un vecchio impianto.
Le elezioni comunali e regionali di martedì 16 novembre, in Danimarca hanno segnato un netto arretramento del partito socialdemocratico della primo ministro Mette Frederiksen e una buona avanzata della Lista Unita (Enhedlisten) l’Alleanza Rosso-Verde. Da TransformItalia.
Il documento finale della Cop 26 appare il peggiore che si potesse immaginare. Spariscono l’impegno tassativo al mantenimento della temperatura sotto 1,5 gradi entro il 2030 e i 100 miliardi per i paesi in via di sviluppo. L’Italia tra i peggiori. Cingolani torna sul nucleare e si sfila dall’accordo sull’automotive.
Dopo un anno di stallo, il governo Draghi presenta una nuova proposta di riforma che però non va in nessun modo nella direzione universalistica auspicata dalla Commissione Catalfo. Vale la prevalenza ideologica (e politica) di chi vede negli ammortizzatori un mero strumento assistenziale e ritiene che la disoccupazione perlopiù causata da svogliatezza o da scarse […]
Tagliare le emissioni inquinanti a zero per il 2050: è l’obiettivo della Glasgow Financial Alliance for Net Zero cui partecipano 450 tra banche, assicurazioni, fondi di investimento. Ma i criteri sono molto opachi e la finanza verde appare come un grande greenwashing.
Il libro-intervista di Fulvio Lorefice con Fabrizio Barca prova ad affrontare il problema di un soggetto politico capace di essere artefice di una trasformazione all’altezza delle sfide del presente, che recuperi l’intermediazione, individui un nuovo blocco storico e rifiuti la tecnocrazia. Da Il Fatto.
Sbandierato dalla stampa italiana come successo del multilateralismo, il G20 di Roma è stato un vero fallimento e ha preparato un altrettanto fallimentare summit della Cop 26 a Glasgow. Il capitalismo fossile va dritto per la sua strada e i governanti non riescono a imparare la lezione della pandemia.
E’ una legge di bilancio che non ci piace, che continua sulla vecchia strada (liberista) e che rinvia le scelte che sarebbero necessarie per un modello di sviluppo equo, sostenibile, fondato sul benessere e i diritti: è quello che diremo nella nostra “controfinanziaria” che presenteremo alle Camere nei prossimi giorni.
Dall’analisi della Nadef, risulta chiara l’impostazione del governo Draghi basata sulla crescita del settore privato o meglio ispirata al modello della “supply side economics” che tanti danni ha causato in Italia fino alla pandemia.