Quelque 13 000 interpellations ont eu lieu depuis le déclenchement de l’opération militaire russe le 24 février, selon OVD-Info. Da Le Monde.

Quelque 13 000 interpellations ont eu lieu depuis le déclenchement de l’opération militaire russe le 24 février, selon OVD-Info. Da Le Monde.
Dal palco di San Giovanni, il segretario generale della Cgil lancia la solidarietà a tutto il popolo ucraino,.”Putin è un nemico della democrazia”. Ma adesso tocca all’Onu, non alle armi. “Dobbiamo accogliere i profughi da ogni conflitto”. Da Collettiva.it
If the Russians are ever to withdraw, then a diplomatic agreement on the terms of withdrawal will be necessary. So what should the demands be? Da The Guardian.
Sabato 5 marzo a Roma migliaia di persone scenderanno in piazza per il “cessate il fuoco” in Ucraina e non solo temporaneo: sarà una grande manifestazione contro la guerra e per ribadire le ragioni di una soluzione negoziata e condivisa. Ed è un peccato, un errore, che dalla versione finale della convocazione siano scomparse la […]
Chiediamo subito il “cessate il fuoco”, nel rispetto dei principi della legalità internazionale, della sovranità, dell’autodeterminazione dei popoli, del rispetto dei diritti delle minoranze. Chiediamo una grande spinta di solidarietà con la popolazione ucraina, con l’invio di aiuti di prima emergenza e con l’accoglienza dei rifugiati nel nostro paese. Con questo spirito aderiamo alla manifestazione […]
Activists should champion Ukraine’s right to resist and an international order based on shared values and peace. Da The Guardian.
Il racconto dell’inviato de il manifesto a Chernobyl 14 anni dopo il collasso del reattore 4: sole scintillante, vento, neve e 1238 milli-roentgen sopra il mostro ancora vivo. Stipendi da fame, ricordi radioattivi.
“Fermare subito l’attacco. Rinunciare alla resistenza militare, la resistenza deve essere civile”. Le parole d’ordine lanciate da 150 personalità del pacifismo tedesco e 10 organizzazioni. Con la richiesta di non inviare armi e facilitare la ripresa dei negoziati.
La Commissione e vari stati, tra cui l’Italia, si accingono a inviare armi a Kiev per continuare una guerra che ha già fatto quasi 400 morti, 1.500 feriti e mezzo milione di profughi. Ma i cittadini vogliono fermare l’escalation e il riarmo: lo dimostrano le manifestazioni ovunque, anche in Russia.
Non è vero che dal ’45 abbiamo vissuto in pace. Ma allora l’inclusione di Germania e Giappone nel consesso mondiale raffreddò i conflitti. Invece l’umiliazione di Russia e Cina, insieme a keynesismo militare, brutali ricette di austerity e una Nato aggressiva a est hanno aggravato il quadro.