Solo 1,7 dei 28 milioni potrebbero ottenere il riconoscimento di lavoratore dipendente. La vera rivoluzione è l’inversione dell’onere della prova, a carico dell’azienda. Da Huffingtonpost.

Solo 1,7 dei 28 milioni potrebbero ottenere il riconoscimento di lavoratore dipendente. La vera rivoluzione è l’inversione dell’onere della prova, a carico dell’azienda. Da Huffingtonpost.
Le nuove norme sugli ammortizzatori sociali nella legge di bilancio aumenta l’inclusione dei soggetti in Cig e abbassa i requisiti per la Naspi ma valorizzando i fondi interprofessionali può creare notevoli difficoltà di bilancio alla prima crisi seria. Da Centro per la Riforma dello Stato.
La riforma del 2011 non è riuscita né a creare occupazione, rimandando il naturale turnover, né a garantire i giovani. Ha creato solo esodati e preparato una “bomba sociale” in arrivo. Sarebbe ora di affrontare i nodi di equità irrisolti anche dalle toppe delle Quote.
Nella componentistica auto in Italia ci sono 2.200 imprese, per lo più di piccole o medie dimensioni, con 165mila addetti. Con l’arrivo dell’auto elettrica il settore rischia di perdere metà degli occupati. Finora il governo ipotizza solo 300-400 milioni l’anno per aiutare le ristrutturazioni.
RiFormiamoci! Capire il presente è il nuovo contenuto formativo di FILT CGIL Roma Lazio, in collaborazione con Sbilanciamoci e Collettiva. Un corso di formazione per i delegati sindacali ma aperti tutti.
In Grecia il governo di Nea Demokratia attua una riforma del lavoro che toglie la giornata di 8 ore e agevola la gigeconomy. Ma i ciclofattorini del food delivery ottengono di rimanere dipendenti con l’appoggio dei consumatori teen. Intervista al segretario di Syriza.
Una nuova stagione del conflitto, con linguaggi e metodi nuovi, è iniziata con le lotte durante la pandemia dei rider e ora più compiutamente degli operai della Gkn. Un convegno della Scuola Normale ne ha discusso a livello europeo.
Molte le misure, con obiettivi ambiziosi, del recente Pacchetto Clima dalla Commissione europea. Ma manca una piena consapevolezza sull’impatto che queste misure comporteranno sul lavoro e sul tessuto industriale in Italia, e sulle scelte da fare per centrare gli obiettivi attesi. A partire da quelle su investimenti e politiche industriali.
Come si è generata la selva contrattuale, quella che contempera contratti “pirata” e altri scarsamente rappresentativi, cosa significa in termini di flessione del reddito da lavoro e dei diritti, e come se ne potrebbe uscire, affrontando le riforme del mercato del lavoro in funzione anche del Pnrr.
Non solo Gkn, Whirlpool, Embraco. La fuga delle multinazionali dai siti italiani mostra il nostro declino produttivo. Va fermata usando gli strumenti pubblici, senza affidarsi solo a logiche di profitto immediato. Da Il Fatto.