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Autori Sezioni: Guglielmo Ragozzino

Guglielmo Ragozzino scrive attualmente sul manifesto e cura l’edizione italiana di Le Monde diplomatique e dei testi collegati, come gli Atlanti su geopolitica e ambiente. E’ stato redattore di Problemi del socialismo, la rivista di Lelio Basso, ha poi diretto Fabbrica e stato, rivista della sinistra sindacale e in seguito Politica ed Economia. Ha curato la pubblicazione di “Cent’anni dopo”, dialogo sulla Cgil tra Vittorio Foa e Guglielmo Epifani (edizioni Einaudi, 2006) e inoltre ha scritto insieme a Gb Zorzoli un libro sul petrolio, “Un mondo in riserva” (Franco Muzzio Editore, 2006).

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Referendum, oggi si vota

Occorre evitare che a modificare la Costituzione sia una parte soltanto del Parlamento senza o contro gli altri. E ricordare che c’è un altro modo di fare la democrazia: quello di cambiare, se occorre, le regole della vita comune in modo il più possibile condiviso. Come i primi cinquant’anni della nostra Repubblica ci hanno insegnato

Cronache da un pianeta surriscaldato

Un problema incombe su Le Bourget, dove si svolge la Cop 21, l’assemblea delle nazioni unite sulle questioni ambientali. Riguarda la democrazia. Perchè, come scrive Naomi Klein, “gli eventi ‘paralleli’ della società civile non sono semplici appendici all’evento principale, ma parte integrante del processo”

Volkswagen, così fan tutti

Quel che di fatto si realizza, sul palcoscenico di Bruxelles, è una farsa con tre interpreti: l’automobilista, il governo europeo e una casa automobilistica. Un’indagine di Quattroruote mostra che a imbrogliare sulle emissioni non è solo Volkswagen

Volkswagen, il prestigiatore tedesco

Nei primi sei mesi del 2015, Volkswagen ha superato la rivale Toyota che deteneva il vertice da qualche anno, avendo approfittato della crisi di General Motors, tradizionale capofila del settore automobilistico. Ma la corsa del gigante tedesco si è infranta proprio nel mercato su cui più aveva puntato

Immigrazione, un’altra storia

Che fare dei siriani che scappano dalla guerra? E che fare degli africani che scappano dalla fame? Per una volta le risposte della Fortezza-Europa non sono state quelle solite, non del tutto, almeno. Quel che abbiamo di fronte è un cambio di paradigma e questa volta Angela Merkel va presa sul serio