Sabato 26 ottobre l’iniziativa per il disarmo, per la giustizia sociale e per quella climatica promossa da 5 reti con l’adesione di oltre 300 associazioni. Da Corriere Buone Notizie
Sabato 26 ottobre l’iniziativa per il disarmo, per la giustizia sociale e per quella climatica promossa da 5 reti con l’adesione di oltre 300 associazioni. Da Corriere Buone Notizie
“Perché le attività militari – qui come altrove – danneggiano gli ecosistemi e creano minacce alla salute e al benessere pubblico, molte delle quali hanno il potenziale di minare ulteriormente la sicurezza umana”. “Questa dinamica così visibile in Medio Oriente si ripete in molti altri contesti”. Da Avvenire
La spesa militare globale è in crescita da oltre due decenni, come dimostrano tutti i dati internazionali più attendibili. S’intende svelare ai cittadini italiani – con analisi e strumenti informativi – le cifre enormi di questo “furto di futuro”. Da Repubblica
Presentata alla Camera “Ferma il riarmo”, una nuova campagna per la riduzione delle spese militari, promossa da Perugi Assisi, Greenpeace, Sbilanciamoci! e Rete Italiana Pace e Disarmo. “Non vorremmo passare dal Green deal al War Deal”. Da Il Fatto quotidiano
Bassa partecipazione, regole incerte, esiti contestati: la democrazia Usa non è mai stata così fragile, tra le falsità e le minacce di Trump e l’immobilismo di Kamala Harris. Le elezioni del 5 novembre mostrano le pericolose derive della politica, che da Washington arrivano fino a noi.
Non abbiamo ancora la legge di bilancio ma la direzione del governo con il Dpb è abbastanza chiara: via i progetti di riforma, fisco categoriale a vantaggio degli elettori del centrodestra e riduzione del perimetro dello Stato in economia. Investimenti consistenti alla voce “sicurezza” con contorni fumosi.
Torna a crescere la dark economy e velocità più sostenuta dell’economia regolare, dalle attività illegali a quelle di elusione fiscale: ora vale 200 miliardi, oltre il 10% del Pil. Da Il Fatto quotidiano
“La storia della sanità in italia dal dopoguerra a oggi” è presentata nell’ultimo libro di Chiara Giorgi, ricostruendo il percorso verso la riforma del 1978, la dimensione internazionale, i successivi passi indietro, fino ai conflitti oggi aperti sull’espansione del privato e i tagli alla sanità pubblica.
I Big Tech o Gafam (Google, Apple, Meta, Amazon e Microsoft) hanno introiti più ingenti del Pil di Stati come Svezia o Israele. Ma pagano poche tasse e nel 40% dei casi in paradisi fiscali. Ora però la partita passa dai malleabili G20 e Ocse alle Nazioni Unite.
La magistratura ricostruirà le motivazioni e le reti di contatti, vere o presunte, dello “spione” di Bisceglie, Vincenzo Coviello. Certo che non è una novità il tracciamento finanziario di vip, politici e giornalisti.
