Nell’anno del suo centenario l’Ilo pubblica una radiografia dei 3,3 miliardi di lavoratori, il 58% della popolazione mondiale. Molto al di sotto di quella potenziale.

Nell’anno del suo centenario l’Ilo pubblica una radiografia dei 3,3 miliardi di lavoratori, il 58% della popolazione mondiale. Molto al di sotto di quella potenziale.
Nel 2015 nei paesi OCSE un lavoratore su tre aveva un contratto di lavoro non-standard. Ma accessibilità, adeguatezza e volontà di contribuire a schemi di protezione sociale dipendono molto dalla forma contrattuale (standard versus non-standard) con cui si è occupati.
Salta il banco in una notte delle trattative di fusione tra Fca e Renault a causa del rialzo di richieste del governo francese ma anche per difficoltà con i partner giapponesi di Nissan per il mercato asiatico. Ora sia Fca che Renault sembrano morti che camminano e tutto può essere.
Il movimento delle imprese recuperate dai lavoratori si sta affermando in Italia, in Europa e nel mondo come un’alternativa concreta all’ordine del capitalismo neoliberale. Vi si intrecciano diverse forme e storie di conflitto, mutualismo, resistenza.
Le multinazionali sfruttano le differenze di regolamentazione dei Paesi per realizzare strategie di investimento e localizzazione della produzione. A farne le spese sono i lavoratori.
A volte ritornano: commissari straordinari, aumento di subappalto e trattativa privata, varianti facili per le grandi opere, appalto integrato, ridimensionamento dell’Autorità Anticorruzione, rigenerazione urbana in deroga, proroghe per i lavori delle concessioni.
Un documento “reticente e interlocutorio”: questa la valutazione da parte di Sbilanciamoci! del DEF 2019. E mentre rimangono insoluti i nodi della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia e della (pessima) flat tax, non ci sono risorse né interventi su lavoro, disuguaglianze, ambiente e giustizia fiscale.
Parla il neo segretario generale della Cgil sull’incisività del femminismo che attraversa le piazze del mondo. ilmanifesto.it
Ci sono 600 cantieri bloccati in un settore, quello delle costruzioni, che ha già perso 600.000 posti di lavoro e 120.000 piccole imprese. Ma la ricetta per uscire dalla crisi non è rilanciare le Grandi opere, anche inutili, o liberalizzare i subappalti e norme anticorruzione come intende fare il governo.
Lo scorso venerdì 22 marzo, presso la Scuola Normale Superiore di Firenze, incontro tra Maurizio Landini, segretario generale della CGIL e Donatella della Porta, politologa e docente: il video della conferenza.