E’ la produttività il problema dell’Europa, come sostiene il rapporto Draghi? Mettendo a confronto i dati dei maggiori Paesi troviamo che la produttività è il risultato della dinamica del sistema nel suo complesso, con un ruolo chiave della domanda.

E’ la produttività il problema dell’Europa, come sostiene il rapporto Draghi? Mettendo a confronto i dati dei maggiori Paesi troviamo che la produttività è il risultato della dinamica del sistema nel suo complesso, con un ruolo chiave della domanda.
Il mondo dell’università si mobilita contro i tagli del governo Meloni. Lunedì 16 dicembre l’Università per Stranieri di Siena ha ospitato l’incontro “I rischi di ridimensionamento dell’università e della ricerca” con la Rete delle Società scientifiche italiane, sindacati e le voci di ricercatori precari.
Sette volte il Pil dell’Italia. A tanto ammonta la ricchezza dei 2.682 miliardari, per Ubs. In Italia cresce il loro numero ma soprattutto il loro patrimonio (+23,1%), una delle percentuali più alte in Europa: sono 62 (sei in più). Da La Stampa
Più del 60% delle risorse della manovra (17,4 miliardi di euro) è impiegato per rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale e per il taglio delle aliquote Irpef da 4 a 3. Impostazione ispirata alla flat tax e allo smantellamento della progressività fiscale. Le nostre proposte vanno in senso opposto.
Altro che “argomenti deboli”, le 54 associazioni riunite nella Campagna Sbilanciamoci! presentano a Montecitorio le 102 controproposte alla legge di bilancio. Dalla riforma delle pensioni al fisco, dalla sanità alla casa, dal diritto allo studio alla transizione ecologica, incluso il ripristino del Fondo automotive.
L’offerta pubblica di scambio lanciata da Orcel, ad di Unicredit, verso BancoBpm dopo lo stallo dell’altra operazione di acquisizione della tedesca Commerzbank, pone tre ordini di problemi: l’impatto sul sistema Italia, i negativi risvolti occupazionali e gli effetti sulla finanza etica, essendo Bpm secondo socio di Etica Sgr.
Lacunosa e poco trasparente, la manovra di quest’anno non è allineata al Dpb mandato alla Commissione. È infarcita di bonus e tagli fiscali che non è chiaro quanto finiranno per impattare sul funzionamento dello Stato, dalla scuola alla sanità, e sicuramente non creeranno investimenti.
“Le scelte del governo sono sempre meno legate all’industria civile e a comparti come l’auto e sempre di più all’industria delle armi. Ma le ricerche condotte dall’Osservatorio Milex insieme alla campagna Sbilanciamoci! e a Greenpeace dimostrano che la spesa militare ha meno ritorni economici e di occupazione”. Da Il Fatto quotidiano
Non abbiamo ancora la legge di bilancio ma la direzione del governo con il Dpb è abbastanza chiara: via i progetti di riforma, fisco categoriale a vantaggio degli elettori del centrodestra e riduzione del perimetro dello Stato in economia. Investimenti consistenti alla voce “sicurezza” con contorni fumosi.
I Big Tech o Gafam (Google, Apple, Meta, Amazon e Microsoft) hanno introiti più ingenti del Pil di Stati come Svezia o Israele. Ma pagano poche tasse e nel 40% dei casi in paradisi fiscali. Ora però la partita passa dai malleabili G20 e Ocse alle Nazioni Unite.