Un gruppo di studiosi di diversi atenei analizza gli effetti economici delle politiche tariffarie Usa dal Liberation day in poi in un incontro organizzato all’Università di Urbino in collaborazione con la Società Italiana di Economia.

Un gruppo di studiosi di diversi atenei analizza gli effetti economici delle politiche tariffarie Usa dal Liberation day in poi in un incontro organizzato all’Università di Urbino in collaborazione con la Società Italiana di Economia.
Il governo ora vuole approvare il progetto definitivo a giugno. Per farlo invoca gli Iropi, fantomatici “imperativi di prevalente interesse pubblico”. Tra questi, la logistica militare e di protezione civile tra Calabria e Sicilia. Ma sono argomenti risibili e non passeranno al vaglio di Bruxelles.
Assistiamo a un continuo indebolimento del Ssn, mentre crescono le iniziative per costruire un “secondo pilastro”: fondi sanitari, assicurazioni e welfare aziendale. 130 associazioni hanno presentato un documento per la sanità pubblica. Di tutto ciò, e degli attacchi di Trump all’OMS, se ne discuterà a Fiesole a settembre.
La Commissione guidata da Ursula von der Leyen, influenzata dai venti di destra, sta buttando alle ortiche la legislazione europea volta a favorire la responsabilità sociale e ambientale delle imprese. Un appello di economisti da tutta Europa ne smonta la presunta efficacia.
Inizia la mobilitazione contro il Piano von der Leyen “Stop Rearm Europe”. L’allarme in vista della convergenza contro il vertice Nato del 21 giugno all’Aja: «Preparano un futuro di guerra».
La lunga stagione della deregolamentazione del mercato del lavoro, oltre a far declinare i salari, ha disincentivato gli investimenti in innovazione e aumento della produttività. Un convegno a Torino.
La guerra, cominciata con l’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023, in atto su diversi fronti, è ormai la più lunga negli 80 anni di storia dello stato ebraico e all’interno della società cresce un movimento di opposizione con una consistente partecipazione popolare.
Sono 56 le guerre in corso, la Palestina è il luogo più pericoloso del mondo, l’Ucraina rimane sotto le bombe e tra il 2023 e il 2024 i conflitti sono aumentati del 25%. Andrà sempre così? Esiste una logica diversa? E chi ci guadagna?
Le tensioni sui dazi arrivano prima di Trump, il quale non si limita a chiedere un aumento delle spese militari all’Europa ma punta a ridefinire gli equilibri economici internazionali. Non ha senso rispondere con altri dazi, serve una nuova governance e stimolare la domanda interna.
A Gaza non c’è più scampo per nessuno, sanitari, giornalisti, operatori umanitari. Israele va fermato, per i crimini che sta compiendo e per giungere ad una pace giusta con i palestinesi. Ci sono quattro strade da prendere incluso lo stop agli accordi commerciali tra Israele e Ue.