Ciò che ieri non era nemmeno preso in considerazione diventa oggi «una necessità alla quale non ci si può sottrarre». I carri armati per l’Ucraina sono pronti e Kiev già chiede i jet d’attacco. La guerra rischia di estendersi. Da il manifesto.
Ciò che ieri non era nemmeno preso in considerazione diventa oggi «una necessità alla quale non ci si può sottrarre». I carri armati per l’Ucraina sono pronti e Kiev già chiede i jet d’attacco. La guerra rischia di estendersi. Da il manifesto.
La bocciatura dei piani del governo è secca: nel sondaggio di Swg per Greenpeace a metà gennaio gli italiani si rivelano contrari all’aumento al 2% del Pil delle spese militari e favorevoli a una forte tassazione degli extraprofitti di guerra. Gli investimenti? Per le rinnovabili e per contrastare l’inflazione.
Il terribile conflitto armato in Ucraina è stato fin dal principio sfruttato per giustificare quello che nei fatti potrebbe diventare il più massiccio aumento di spesa militare globale degli ultimi 50 anni. Anche l’Italia mette a budget per il 2023 ben 26,5 miliardi di euro. Senza trasparenza sugli invii. Da il manifesto.
In Europa il declino economico e tecnologico si intreccia al vuoto della costruzione politica della UE e alle trasformazioni geopolitiche e culturali. Alcune riflessioni a partire dai libri di Lucio Caracciolo e Regis Debray.
Non servono rappresaglie da parte di Kiev e neanche fomentare il nazionalismo patriottico: così si avvalora l’idea che l’avversario sia la Russia e non un manipolo di satrapi al potere. Da il manifesto.
La Commissione ha presentato una riforma del Patto di Stabilità. Parte dalla presa d’atto che la riduzione del debito non può avvenire a scapito degli investimenti necessari per affrontare le sfide del futuro. Rimangono però i vecchi pilastri e non si contempla un bilancio pubblico europeo.
Alors que les frappes russes se poursuivent sur les infrastructures civiles, le chef de l’Etat évoque « les garanties de sécurité » à accorder à Moscou après la guerre. Da Le Monde.
A dieci anni dal premio Nobel per la Pace all’Unione Europea, il Movimento europeo che ne fa da cemento in Italia ricorda l’art.11 della Costituzione e stimola negoziati per l’Ucraina.
La formuletta banale, con cui i nostri politici locali – di maggioranza e di gran parte dell’opposizione – assicurano la loro fedeltà “europea ed atlantica” nega una realtà sempre più evidente. Che tra gli scopi di questa guerra, forse la principale, vi è quella di tenere l’Europa divisa e sottomessa. Da Il Fatto
Dire che la Russia è sponsor del terrorismo significa tagliare tutti i ponti. L’Unione europea e il Parlamento Europeo non sono la Nato, non sono un’alleanza militare, ma organismi democratici che possono e devono giocare un ruolo di fermezza, mantenendo sempre aperti i canali diplomatici.
