L’economista Giovanni Dosi, a lungo consulente di Luigi Di Maio, boccia la politica economica dell’esecutivo gialloverde, a cominciare alla legge sul reddito di cittadinanza, e critica la «subalternità» a Salvini. L’Espresso

L’economista Giovanni Dosi, a lungo consulente di Luigi Di Maio, boccia la politica economica dell’esecutivo gialloverde, a cominciare alla legge sul reddito di cittadinanza, e critica la «subalternità» a Salvini. L’Espresso
Il trasporto marittimo contribuisce per il 70% al commercio mondiale. Il settore è in leggera crescita (4%) ma resta dominato da pochissime grandi compagnie che giocano la competizione interamente sul taglio dei costi, con ripercussioni sui lavoratori.
Grandi opere senza programmazione. Facciamo il punto sulla Tav, dati e documenti ufficiali alla mano: vicenda iniziata trent’anni fa. I lasciti di Berlusconi e il promesso Piano generale dei trasporti e della logistica di cui non si hanno più notizie.
La situazione è difficile e pericolosa, non per la pretesa fragilità dell’economia italiana, ma perché gialloverdi, Commissione europea e molti stati Ue hanno aperto sul caso Italia un grottesco conflitto, perché si sta discutendo di una sanzione che verrebbe inflitta sulla base di stime e aspettative e non di fatti.
Emendamento della Lega vuole rifinanziare nella legge di Bilancio il bonus bebé (444 milioni di euro): è il “welfare familiare” che dimentica l’universalismo e i servizi. Mancano 50 mila posti negli asili, per la Ue strategici per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Nel gennaio del 2013 il fondatore del Movimento 5 stelle, dichiarò: “Noi il parlamento lo apriremo come una scatola di tonno, sarà trasparente”. Un mantra ripetuto nel corso della passata legislatura. Purtroppo, la musica è cambiata ben presto.
E’ chiaro che per la ricostruzione del ponte non basteranno i 18 mesi preventivati. Ma per il gruppo dei Benetton va avanti l’acquisizione di Albertis, il patto per Cellnex, l’Eurotunnel e l’ad Castellucci resta al suo posto.
Oltre a ricostruire il ponte a Genova è necessaria una seria riprogettazione complessiva della logistica della città, uscendo dallo scaricabarile, dagli effetti annuncio e puntando sulla partecipazione dei genovesi alle scelte urbanistiche e trasportistiche.
Storia dell’ingegner Morandi e di una privatizzazione. Perchè per la manutenzione del ponte sono stati spesi 24 milioni di euro dall’82 a oggi: il 98% prima del 1999, quando le autostrade erano pubbliche.
La manovra si iscrive in un panorama economico complesso, dalla guerra valutaria, ai dazi, dai vincoli europei e dalla Brexit alla possibile incapacità della Ue di far fronte a una possibile nuova bolla finanziaria. E non è ancora chiaro quante siano le risorse disponibili.