A dieci anni dal premio Nobel per la Pace all’Unione Europea, il Movimento europeo che ne fa da cemento in Italia ricorda l’art.11 della Costituzione e stimola negoziati per l’Ucraina.
A dieci anni dal premio Nobel per la Pace all’Unione Europea, il Movimento europeo che ne fa da cemento in Italia ricorda l’art.11 della Costituzione e stimola negoziati per l’Ucraina.
La formuletta banale, con cui i nostri politici locali – di maggioranza e di gran parte dell’opposizione – assicurano la loro fedeltà “europea ed atlantica” nega una realtà sempre più evidente. Che tra gli scopi di questa guerra, forse la principale, vi è quella di tenere l’Europa divisa e sottomessa. Da Il Fatto
Dire che la Russia è sponsor del terrorismo significa tagliare tutti i ponti. L’Unione europea e il Parlamento Europeo non sono la Nato, non sono un’alleanza militare, ma organismi democratici che possono e devono giocare un ruolo di fermezza, mantenendo sempre aperti i canali diplomatici.
Sono quattro gli italiani che all’Eurocamera hanno votato contro la risoluzione che definisce la Russia Stato sponsor del terrorismo. Tra questi tre militano nei Socialisti & Democratici: l’indipendente Francesca Donato e i 3 di S&D Pietro Bartolo, Andrea Cozzolino e Massimiliano Smeriglio. Astenuta l’intera delegazione del M5S. Dall’Ansa.
“Chiediamo un cessate il fuoco immediato con il ritiro dell’esercito russo dall’Ucraina”, con questo slogan il 20 novembre sia sono svolte manifestazioni in più di 30 città in Germania, da Monaco ad Amburgo, da Bonn a Berlino. Altre on programma il 24 febbraio.
Riarmo atomico, un incubo senza fine. Gli ordigni saranno ospitati a partire da dicembre da Italia, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Turchia e pare anche dalla Grecia. Da Avvenire
“L’Italia, l’Ue, gli stati, l’Onu devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco e una Conferenza Internazionale”: è il cuore della piattaforma della manifestazione nazionale del 5.
Macron a révélé au Point le contenu de son tête-à-tête avec le pape. Francesco aurait confié la tâche de diriger ces efforts diplomatiques au secrétaire d’État, le cardinal Pietro Parolin pour faciliter le lancement d’un processus de paix en Ukraine. Da Le Point.
Exilée depuis le mois de mars, Daria Serenko anime un mouvement de résistance très engagé et opposé, à l’intérieur comme à l’extérieur du pays, au régime de Vladimir Poutine. Da Le Monde.
La guerra in Ucraina si trasformerà in un’altra guerra senza fine come quelle degli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan? Quante persone dovranno morire ancora?” Da Peacelink.
