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Ucraina: la pace possibile

La guerra rischia di essere archiviata dai media ma di non fermarsi, tra l’assuefazione generale. Il prossimo 23 luglio il cartello di centinaia associazioni e reti della società civile Europe for peace ha lanciato una mobilitazione in tutte le città d’Italia per il cessate il fuoco in Ucraina e per la ripresa dei negoziati tra […]

 

Il prossimo 23 luglio il cartello di associazioni e reti della società civile Europe for peace ha lanciato una mobilitazione in tutte le città d’Italia per il cessate il fuoco in Ucraina e per la ripresa dei negoziati, tra l’Ucraina e la Russia. L’orizzonte non può che essere quello di una conferenza internazionale di pace per ricostruire le condizioni di una sicurezza comune e condivisa in Europa.

Europe for peace raggruppa centinaia di organizzazioni laiche e cattoliche impegnate per la pace in Ucraina, per la solidarietà con le vittime del conflitto e a sostegno dei pacifisti russi che cercano di fermare la follia bellicista di Putin. L’orizzonte per un’azione di pace non può che essere quello europeo: solo dall’azione congiunta dei governi e delle società civili dei paesi europei (dell’Ovest e dell’Est) può giungere la spinta nella direzione di una pace possibile.

Contro chi – sulla pelle delle popolazioni civili – vuole la guerra ad oltranza e pensa sia possibile “vincere” la guerra, è necessario archiviare il delirio bellicista e rimettere al centro la ragione di un’azione possibile per far tacere le armi e far ripartire il negoziato. Putin non ha nessuna intenzione a farlo, ma nemmeno gli Stati Uniti di Biden. Per agevolare l’entrata della NATO di Finlandia e Svezia, comprando il consenso di Erdogan, gli americani e tutti i membri dell’Alleanza Atlantica hanno accettato il vergognoso baratto dei diritti umani, consegnando all’autocrate turco (a capo di un paese membro della NATO) i rifugiati politici curdi nei paesi scandinavi.

La guerra sembra non fermarsi e rischia – sopraffatta dalle notizie sul ritorno della pandemia e delle nostrane dinamiche politiche ed elettorali – di essere archiviata dai media nella seconda parte dei notiziari, con l’assuefazione al dramma quotidiano, allo stillicidio di morti e combattimenti sul campo. Una storia già vista durante le guerre jugoslave degli anni ’90.

Ecco perché – a 150 giorni dall’inizio della guerra – rilanciare la mobilitazione per la pace il prossimo 23 luglio è fondamentale (per adesioni: segreteria@retepacedisarmo.org) . E’ necessario che in ogni città ci siano presidi di protesta, raccolta di aiuti per le popolazioni, manifestazioni. Una mobilitazione senza preclusioni e discriminazioni, ognuno con la propria identità e convinzione a sostegno di una pace possibile, cui si arriva facendo tacere le armi e non “vincendo la guerra”. Non siamo neutrali, siamo dalla parte delle popolazioni civili colpite dall’aggressione di Putin. E il loro – il nostro – interesse fondamentale è che si depongano le armi, subito. Per questo ci mobilitiamo.