Al governo gli ambientalisti non piacciono. Non li convoca, perché “sovversivi”, al comitato tecnico sul nuovo codice dell’ambiente, li lascia fuori dai cancelli nelle perlustrazioni delle aree del Ponte. E ora vuole condannarli a 25 anni di carcere se protestano contro “grandi opere infrastrutturali”. Un quarto di secolo.
Autori Sezioni: Stefano Lenzi
Ponte di Messina, dalla commedia alla farsa
Smontato da 534 pagine di osservazioni redatte da esperti di 9 atenei e presentate dalle associazioni ambientaliste e dai comitati dei cittadini messinesi, il Ponte sullo Stretto è stato grottescamente confermato dal governo. Cosa resterà dell’in-credibile progetto già accantonato 11 anni fa?
Ponte sullo Stretto o ponte per le Europee?
Il governo spinge sull’acceleratore per il Ponte di Messina, per poter posare in pompa magna la prima pietra (simbolica) prima dell’8 e 9 giugno. Entro il 13 aprile associazioni della società civile sono chiamate a presentare le loro osservazioni. E lo faranno, ricorrendo in tutte le sedi contro un’opera dannosa.
Ponte sullo Stretto, un’opera irrealizzabile
Il governo Meloni riesuma il progetto del ponte di Messina e la società collegata, già in liquidazione. Ma in 50 anni mai è stato dimostrato che l’opera sia fattibile mentre impatterebbe su zone marine protette, con problemi di crescente rischio sismico e senza reali benefici. L’Ue non la vuole.
Controfinanziaria / Una manovra senza respiro
In assenza di un disegno strategico, la manovra 2022 presenta interventi in alcuni casi contraddittori, se non contrastanti, con l’obiettivo di decarbonizzazione. Eclatante, l’assenza di piano di progressivo superamento dei Sad. Risibili gli interventi per l’economia circolare. Mentre procede spedito il consumo di suolo.
Anche il Governo Draghi promette il Ponte sullo Stretto
È dagli anni ’80 che numerosi governi hanno promesso di avviare i cantieri per realizzare il Ponte sullo stretto di Messina e adesso anche il Governo Draghi si è aggiunto alla lista, promettendo l’avvio per il 2023: una promessa al Parlamento e al Paese tuttavia non credibile.
Con le Semplificazioni ci rimette la tutela ambientale
Per sveltire la messa a terra del Pnrr arriva il decreto Semplificazioni. Sventato dai sindacati il massimo ribasso nelle gare. Ma tante altre norme risultano in contrasto con i paletti stessi della programmazione europea per un’economia sostenibile. Bruxelles dovrebbe intervenire.
La sfida ambientale del PNRR e la qualità delle scelte
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza emergono lacune, criticità e incongruenze su architettura istituzionale, riforme, allocazione delle risorse per i progetti e gli interventi verdi. E con esse il dubbio che il Piano possa rivelarsi un’occasione sprecata per assicurare al Paese una ripresa sostenibile.
L’eterno ritorno del Ponte dei desideri (irrealizzabili)
Con la definizione del PNRR alle porte si torna a parlare insistentemente dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina. Un’opera inutile e dannosa per i suoi costi esorbitanti, gli elevatissimi rischi ambientali, le difficoltà di finanziamento e realizzazione. Sono ben altre le priorità per il Sud.
Chiediamoci quanto è verde il Recovery Plan
Le risorse messe in campo per il Piano di ripresa e resilienza o Recovery Plan, sono aumentate. Ma il Wwf e la Campagna Sbilanciamoci! hanno scoperto che i fondi per l’ambiente nella bozza del 12 gennaio sono stati addirittura tagliati. Qualsiasi sia l’esito della crisi, il governo dovrà dare chiarimenti.