I flussi elettorali 2018 dimostrano che la disuguaglianza è stata il motore che ha alimentato l’ascesa populista. Ma le élite economiche progressiste l’hanno perso di vista.

I flussi elettorali 2018 dimostrano che la disuguaglianza è stata il motore che ha alimentato l’ascesa populista. Ma le élite economiche progressiste l’hanno perso di vista.
Questo breve articolo non prende spunto da una notizia, ma da un dato che non fa più notizia: “se non verrà fatto nulla per cambiare la tendenza, entro il 2025 in Europa ci saranno 146 milioni di persone ‘a rischio di povertà’, cioè tra il 25 e il 33 per cento della popolazione”.
La debole ripresa registrata nei paesi della periferia è davvero dovuta alla massiccia dose di austerity somministrata, come vorrebbero alcuni commentatori?
Aumentano disuguaglianze e povertà in tutti gli Stati membri. Siamo passati dalla Grande Depressione al Grande Malessere. Tutti i numeri della crisi italiana
Il concetto di euro-sclerosi fu coniato negli anni 80 per indicare un mercato del lavoro sclerotico. Oggi le arterie della vecchia europa sono di nuovo intasate. E la più grave crisi da ottanta anni a questa parte non ha ancora trovato una chiave di lettura
Enrico Letta riparla di crescita, ma l’emergenza è il lavoro: 2 milioni 744 mila in cerca di occupazione, 605 mila sottoccupati. La soluzione è in nuova domanda e spesa pubblica
Tra le idee sbagliate che infestano il dibattito economico c’è la necessità di tagliare la spesa per ridurre il debito pubblico. Il problema è invece nei tassi d’interesse e nell’assenza di una visione politica
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L’austerità è la soluzione, l’Irlanda si comporta bene, la Germania è il modello. Tre idee dominanti, smentite dalla realtà. Ma che tornano sempre, nelle ricette di Europa e governi e nelle pagine dei giornali
La vita e il percorso intellettuale di Hirschman, dall’Europa, all’America latina, agli Stati Uniti, dai problemi dello sviluppo ai rapporti tra economia e politica, sempre alla ricerca dei fenomeni non spiegati