L’Europa ha già aumentato del 50% la sua capacità produttiva militare e si appresta a grandiosi piani di investimento sia comunitari sia dei singoli Stati. Anche se il settore realizza appena lo 0,7 del Pil e limitati effetti sull’occupazione. Il tutto dominato dalla finanza e dall’industria a stelle e strisce.
Autori Sezioni: Gianni Alioti
Riarmo italiano, chi ci guadagna
Leonardo, la maggiore impresa militare italiana con oltre il 70% del settore, è ormai una multinazionale integrata alle compagnie Usa, dedita all’export (75% dei ricavi), al centro di complessi reticoli azionari. Fa affari d’oro, ma detiene una quota relativamente bassa dell’occupazione manifatturiera italiana.
Il riarmo non crea posti di lavoro
L’idea che l’industria militare sia una trave portante del sistema economico e occupazionale è solo un mito, sfatato dai dati ufficiali del settore. Negli ultimi dieci anni ciò che è aumentato è solo il fatturato – e i profitti, lievitati del 773% – mentre gli occupati solo calati del 16%.
L’acciaio in Europa, tra obsolescenze e un futuro green
Nel secondo trimestre la produzione di acciaio si è contratta in Europa del 40%. Metà della forza lavoro è in cassa o a orario ridotto. Il declino del primato europeo e del polo di Taranto. E la prospettiva del Green Deal.
Sulle spese militari, il governo dà i numeri
Il governo Monti sostiene che in Italia la spesa per la Difesa è la più bassa d’Europa. Diverse fonti lo smentiscono: continuiamo a spendere ancora troppo per la guerra
Con quelli di Wall Street, ma quelli giusti
La solidarietà della Fim-Cisl a “Occupy Wall Street”, il movimento di resistenza pacifica che sta dando vita alla “piazza Tahir della finanza”
E tanti ne uccide la fame
I fili che legano la carestia nel Corno d’Africa, la crisi dei debiti sovrani e la crescita esorbitante delle spese militari
Fare scooter a 40 cent all’ora
Nello stabilimento di Zonghsen del gruppo Piaggio gli operai cinesi fabbricano scooter a 160 euro al mese, 235 con gli straordinari. I risultati di un’inchiesta Fim-Cisl e Iscos
Il governo Lula e l’Amazzonia
La salvaguardia dell’ambiente e le scelte di politica economica. Cosa sta succedendo in Brasile dopo le dimissioni di Marina Silva, bandiera della campagna per l’Amazzonia
Chi inquina non paga. L’Italia contromano
Il disastro del piano nazionale di attuazione di Kyoto. Le colpe delle industrie e quelle dei governi. La proposta dei metalmeccanici per sbloccare la trattativa europea