E’ la produttività il problema dell’Europa, come sostiene il rapporto Draghi? Mettendo a confronto i dati dei maggiori Paesi troviamo che la produttività è il risultato della dinamica del sistema nel suo complesso, con un ruolo chiave della domanda.
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professore emerito di Scienza delle Finanze nell’Università Bocconi
E’ la produttività il problema dell’Europa, come sostiene il rapporto Draghi? Mettendo a confronto i dati dei maggiori Paesi troviamo che la produttività è il risultato della dinamica del sistema nel suo complesso, con un ruolo chiave della domanda.
Un’analisi di lungo periodo della politica economica degli Stati Uniti è presentata nel nuovo libro di Roberto Artoni, “Interventi di politica economica 2020-2023”, insieme a studi sulle vicende dell’economia italiana degli anni più recenti. Qui l’introduzione.
Il peggiorare del rapporto tra debito pubblico e Pil dipende più dalla bassa crescita che dai saldi di spesa. Serve un quadro europeo per la gestione del debito che eviti attacchi speculativi e lasci spazio a politiche espansive.
Che ruolo ha la spesa per il Pnrr nell’attuale manovra di bilancio del governo Draghi? All’aumento degli investimenti si affianca uno scenario preoccupante di contenimento della spesa corrente – compresa quella sociale – e dei consumi.
Più investimenti, meno tasse, riequilibrio dei conti, meno redistribuzione: queste le linee di fondo della manovra di bilancio del governo Draghi per il dopo-pandemia, con politiche meno ambiziose che accompagnano una crescita più lenta.
Dall’analisi della Nadef, risulta chiara l’impostazione del governo Draghi basata sulla crescita del settore privato o meglio ispirata al modello della “supply side economics” che tanti danni ha causato in Italia fino alla pandemia.
Come sono tassati i redditi in Italia? L’analisi dei dati sull’Irpef e le altre imposte suggerisce le misure necessarie: ridurre l’evasione, tassare meglio i redditi da capitale e immobiliari, introdurre aggiustamenti mantenendo la progressività delle imposte.
Il declino della produttività in Italia ha le sue radici nelle politiche realizzate a partire dagli anni ’90: la compressione della domanda, le distorsioni nella distribuzione del reddito, i tagli alla spesa pubblica, la rinuncia alla politica industriale, a partire dalle privatizzazioni.
In un approccio prudenziale, einaudiano, dovrebbe essere sconsigliato ricorrere al Mes. Soprattutto se l’Italia dovesse deciderlo in solitaria. Si tratta di confrontare un vantaggio immediato modesto con il rischio di un aggravamento consistente delle modalità di rinnovo del nostro ingente debito pubblico con l’estero.
Come ha ricordato il governatore della Banca d’Italia, l’Italia ha un forte debito pubblico, ma poco debito privato: nell’insieme ha una posizione più solida di altri paesi europei. Una mappa per non perdersi nel labirinto del debito, della finanza pubblica, delle politiche di bilancio.