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Autori Sezioni: Luciana Castellina

Addio a Elmar Altvater, marxista appassionato

Elmar, a lungo capo del dipartimento di scienze politiche della Freie Universitaet di Berlino, aveva cominciato negli anni ’60 con Rudi Dutschke, poi si era avvicinato ai Verdi e infine alla Linke. Per anni la sua rivista Problemen der Klassenkapf ha raccolto il meglio del marxismo non dogmatico, è stato vice presidente della Fondazione Basso.

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Cinque anni tra crisi e alternative

Sono oramai quasi cinque anni da quando è deflagrato il problema greco, reso clamoroso dalla crisi mondiale ma da quella solo in minima parte causato: già da quando il paese, nel 1981, era entrato nella Comunità europea, primo fra i nuovi sud mediterranei, era risultato evidente che l’allargamento a questa nuova zona dell’Europa avrebbe dovuto […]

La questione dei rapporti di forza

La crisi greca e noi. La protesta indifferenziata di quello che ora viene chiamato “il basso” che si contrappone all’”alto”, per usare un concetto che oggi va di moda, non basta. E infatti, fin’ora, il 99%, sebbene sia una così grande maggioranza di sofferenti, non vince. Occorre di più

La scommessa di Tsipras

In Gre­cia, come altrove in Europa e anche da noi, c’è chi vor­rebbe dire tout court che l’Ue è morta ed è meglio così. Ma non è que­sto l’oggetto della con­sul­ta­zione. Tsi­pras chiede più forza per nego­ziare ancora e il ritorno alla dracma è solo il pos­si­bile even­tuale e depre­cato esito di un fal­li­mento defi­ni­tivo […]

Syriza svela l’Europa

Dopo la troika/La partita in atto tra Atene e Bruxelles è durissima, ma fondamentale. Per la Grecia e per tutti noi che vorremmo un’altra Europa. Finalmente la grande questione di cosa voglia dire essere una comunità è stata posta sul tappeto. E non si potrà più nasconderla sotto

Regime change

Continente Grecia/Syriza presenta il suo programma all’Europa, alla vigilia del voto greco. Non solo la rinegoziazione del debito, ma anche una banca nazionale per gli investimenti, trasporti gratis e misure contro la povertà. E Tsipras alterna poesia a pragmatismo