Il settore della carne tra globalizzazione, sviluppi tecnologici e di mercato, paesi emergenti, mutamenti nel lavoro. Una filiera, dall’allevamento al consumo, che va radicalmente ripensata.
Il settore della carne tra globalizzazione, sviluppi tecnologici e di mercato, paesi emergenti, mutamenti nel lavoro. Una filiera, dall’allevamento al consumo, che va radicalmente ripensata.
Due convegni, in Vaticano e alla Farnesina, hanno approfondito il dibattito su come uscire dalla crisi del capitalismo con politiche di sviluppo sostenibile e attento al benessere delle popolazioni, sull’agenda Onu 2030. Hanno partecipato esperti tra cui Stiglitz e Georgieva, persino il papa. La stampa italiana era distratta.
Il resoconto e tutti i materiali e le interviste del convegno “Mobilità sostenibile al lavoro” (Torino, 30-31 gennaio) organizzato da Sbilanciamoci! e Fiom Piemonte: due giorni di confronto tra sindacalisti, ambientalisti, esperti e decisori sui temi della mobilità sostenibile e della decarbonizzazione, del futuro dell’automobile e delle prospettive e le trasformazioni del lavoro.
Ogni salto tecnologico comporta un risparmio di tempo di lavoro. Con l’auto elettrica le stime parlano di una perdita del 30% dei posti di lavoro. Ma la transizione ecologica può portare anche benessere e più libertà.
The magic dust of populism has blinded reason, and damage and diminishment lie ahead. The history of Brexit when it is done. Da “The Guardian”.
Tratto comune a tutti i Paesi è che mentre il Pil cresce, il capitale naturale si deteriora. In era robotica poi si parla di disaccoppiamento tra crescita del Pil e dell’occupazione. L’ora di dire addio alla dittatura del Pil e di usare indicatori di benessere multidimensionali è suonata.
L’Europa sembra fare sul serio sul Green New Deal, e stanzia mille miliardi in 10 anni per la decarbonizzazione, con misure che potrebbero coinvolgere anche l’Ilva. Anche il premier Conte vuole una svolta verde nella fase 2 del governo, ma la linea risulta ancora poco definita.
L’accordo raggiunto Usa-Cina non sembra così vantaggioso per Washington. Pechino disinveste però negli Stati Uniti e ciò profila una tendenza decoupling tra le due economie e a una nuova stagione di guerra fredda economica.
Le relazioni tra crescita della disuguaglianza economica e risultati del voto nelle elezioni presidenziali sono analizzate in un nuovo studio a livello dei singoli stati degli Usa negli ultimi vent’anni. Cattive notizie in arrivo per i democratici.
Il colosso Usa non vuole più investire in imprese che non siano “green”. Ma come socio di Benetton in Atlantia non pare molto interessato a manutenzioni di ponti e autostrade.
