Il governo Meloni riesuma il progetto del ponte di Messina e la società collegata, già in liquidazione. Ma in 50 anni mai è stato dimostrato che l’opera sia fattibile mentre impatterebbe su zone marine protette, con problemi di crescente rischio sismico e senza reali benefici. L’Ue non la vuole.
Autori Sezioni: Stefano Lenzi
Controfinanziaria / Una manovra senza respiro
In assenza di un disegno strategico, la manovra 2022 presenta interventi in alcuni casi contraddittori, se non contrastanti, con l’obiettivo di decarbonizzazione. Eclatante, l’assenza di piano di progressivo superamento dei Sad. Risibili gli interventi per l’economia circolare. Mentre procede spedito il consumo di suolo.
Anche il Governo Draghi promette il Ponte sullo Stretto
È dagli anni ’80 che numerosi governi hanno promesso di avviare i cantieri per realizzare il Ponte sullo stretto di Messina e adesso anche il Governo Draghi si è aggiunto alla lista, promettendo l’avvio per il 2023: una promessa al Parlamento e al Paese tuttavia non credibile.
Con le Semplificazioni ci rimette la tutela ambientale
Per sveltire la messa a terra del Pnrr arriva il decreto Semplificazioni. Sventato dai sindacati il massimo ribasso nelle gare. Ma tante altre norme risultano in contrasto con i paletti stessi della programmazione europea per un’economia sostenibile. Bruxelles dovrebbe intervenire.
La sfida ambientale del PNRR e la qualità delle scelte
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza emergono lacune, criticità e incongruenze su architettura istituzionale, riforme, allocazione delle risorse per i progetti e gli interventi verdi. E con esse il dubbio che il Piano possa rivelarsi un’occasione sprecata per assicurare al Paese una ripresa sostenibile.
L’eterno ritorno del Ponte dei desideri (irrealizzabili)
Con la definizione del PNRR alle porte si torna a parlare insistentemente dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina. Un’opera inutile e dannosa per i suoi costi esorbitanti, gli elevatissimi rischi ambientali, le difficoltà di finanziamento e realizzazione. Sono ben altre le priorità per il Sud.
Chiediamoci quanto è verde il Recovery Plan
Le risorse messe in campo per il Piano di ripresa e resilienza o Recovery Plan, sono aumentate. Ma il Wwf e la Campagna Sbilanciamoci! hanno scoperto che i fondi per l’ambiente nella bozza del 12 gennaio sono stati addirittura tagliati. Qualsiasi sia l’esito della crisi, il governo dovrà dare chiarimenti.
Recovery package, cosa attendersi in Europa e in Italia
La trattativa con i “frugali” sul pacchetto Next Generation Eu – 2 mila pagine e 21 proposte – entrerà nel vivo a luglio. In ogni caso l’Europa sta andando avanti sul Green New Deal. Mentre l’Italia, dal masterplan Colao ai piani di decarbonizzazione e bioagroalimentare, è ancora alle enunciazioni.
Esportare il Modello Genova per far cosa?
Il premier Conte non deve ascoltare le sirene che reiterano la richiesta di duplicare il Modello Genova ovunque. Così si vuole solo mano libera, superare il codice appalti del 2016, con i conseguenti rischi di corruttela e infiltrazioni della criminalità già denunciate anche dall’Anac e dal procuratore antimafia.
Città che osano la selvaticità
Animali selvatici si riprendono le città deserte di uomini e ci ricordano che è proprio il rapporto con la natura non addomesticata ad averci portato a questa pandemia. Ed è bene allora dare più slancio ai piani di rinaturalizzazione delle aree urbane.