Boeing, Lockheed Martin e RTX sono tra i principali fornitori di tecnologie militari all’esercito israeliano. Dietro di loro si celano fondi d’investimento internazionali. Per questo il genocidio non si ferma.

Boeing, Lockheed Martin e RTX sono tra i principali fornitori di tecnologie militari all’esercito israeliano. Dietro di loro si celano fondi d’investimento internazionali. Per questo il genocidio non si ferma.
Sono 250 le organizzazioni pacifiste internazionali che scrivono una lettera aperta al governo italiano e agli altri Stati partner per chiedere lo stop all’invio di parti e componenti di caccia F35 a Israele in base agli obblighi legali regionali e internazionali.
Luisa Morgantini – già portavoce dell’Associazione per la pace e parlamentare europea – è stata arrestata e rilasciata dopo ore insieme ad un giornalista del Sole24ore ad Hebron in Cisgiordania. Un gesto di intimidazione e sopraffazione intollerabile. Sbilanciamoci chiede garanzie per gli operatori umanitari.
Una delegazione italiana di politici del centrosinistra e ong ha incontrato nei giorni scorsi all’Aja i vertici della Corte penale internazionale. C’è grande allarme sul possibile sanzionamento il prossimo 3 gennaio del Cpi da parte del Senato Usa, parificando di fatto la Corte ad un gruppo terroristico.
Mohammed bin Salman warns Israel against hitting Islamic Republic, marking turn toward Tehran and away from US-supported normalization with Jerusalem. Da The Times of Israel
Ci attardiamo su un Biden “vacillante” per non vedere un’America che all’opposto persegue e consente una strategia della tensione per cambiare a suo vantaggio gli equilibri globali. Nell’ultimo anno un quarto della macchina da distruzione israeliana è stata finanziata da aiuti militari di Washington: 18 miliardi di dollari.
Nel pamphlet “Guerra all’antisemitismo? Il panico morale come strumento di repressione politica” Donatella della Porta analizza come artisti, attivisti e intellettuali solidali con la Palestina – ebrei compresi – siano stati presi di mira e accusati di antisemitismo, in particolare in Germania, per le loro posizioni critiche di Israele.
L’escalation in Medio Oriente è nei fatti, sembra una situazione senza uscita. Ma l’unica via è il cessate il fuoco e una conferenza internazionale di pace, per chiedere questo, come ha detto anche il Papa all’Angelus, manifesteremo il 26 ottobre in tutta Italia.
Riecheggia la dottrina neo-con dell’effetto domino. Gli interessi degli Usa e di Israele convergono. Ma Tel Aviv si troverà esposta al rischio storico del sovraccarico. Mentre la comunità internazionale ripete il mantra due popoli due Stati che non ha più alcun ancoraggio reale.
La guerra terroristica di Israele – in violazione delle più basilari norme del diritto internazionale – sta provocando un conflitto generalizzato, la diplomazia è al palo. Molti avrebbero voluto manifestare il 5 ottobre, questure e prefetture vogliono impedirlo nel solco del ddl Piantedosi. Noi continueremo a manifestare per il cessate il fuoco e i negoziati.