Le dimissioni di Yanis Varoufakis, ministro delle finanze greco, l’immagine da tragedia greca di un condottiero vittorioso che viene sacrificato per poter vincere la guerra

Le dimissioni di Yanis Varoufakis, ministro delle finanze greco, l’immagine da tragedia greca di un condottiero vittorioso che viene sacrificato per poter vincere la guerra
“Le ricette della Troika sono state un disastroso fallimento, e stanno mettendo in pericolo non solo la Grecia ma potenzialmente anche altri paesi dell’eurozona”
La prima lezione che si può trarre dalla storia dei debiti pubblici è che non siamo di fronte a nuovi problemi. Ci sono sempre state molte occasioni per condonare i debiti. E mai solo una, come Berlino e Parigi vogliono far credere ai greci. Un’intervista a Piketty pubblicata dal settimanale Die Zeit
Il documento che illustra i negoziati finali e la rottura avvenuta tra Grecia e Europa preparato da Euclid Tsakalotos, coordinatore della delegazione del governo greco
Il debito pubblico, la cui riduzione era l’obiettivo principe dell’austerità, è passato dal 129 al 177% del Pil. E dal 2009 ad oggi la disoccupazione è aumenta di oltre 8 punti percentuali
Il gioco è particolarmente delicato perchè sfrutta senza scrupoli una frattura effettiva nella società greca che il referendum rischia di approfondire
Nel progetto di riforma dell’Ue a cura di Juncker, Tusk, Dijsselbloem, Draghi e Schulz, la futura politica economica dell’Unione rischia di essere peggiore di quella odierna
L’unione monetaria fa le veci di un’unione politica che è ancora da costruire. Come riassume la cancelliera Angela Merkel: “Se l’euro fallisce, fallisce l’Europa”
Dai documenti segreti di Fmi, Bce e Commissione europea, emerge la consapevolezza del bisogno di una massiccia ristrutturazione del debito greco se il paese vuole avere una qualche chance di risollevare la propria economia, come hanno ribadito di recente economisti di rilievo come Piketty, Krugman, Stiglitz, Kaldor e molti altri
Il voto di Atene è un punto di svolta. Se vince il “sì” Tsipras potrebbe perdere tutto; se vince il “no” Tsipras potrebbe non guadagnare nulla. Ma a guardare lontano, il “sì” prolungherebbe l’agonia del paese, il “no” affermerebbe che un po’ di democrazia esiste ancora in Europa