Il buy american, le accuse allo yuan. Gli Usa stanno per dichiarare la guerra economica al mondo? E bloccare il made in China servirebbe davvero?
Archivio | Mondo
Obama, primi passi e grandi attese
Atti simbolici e annunci concreti hanno segnato le prime 100 ore di Obama. Ma dove andrà adesso l’America? Materiali da un convegno dell’università di Padova
Trasformare in verdi i colletti blu
La politica e l’industria degli Stati Uniti si preparano a una svolta ambientale. Sarò pronta la società americana a raccogliere la sfida?
Stati Uniti, una crisi senza confini
Le analogie con la crisi giapponese degli anni ’90, le tentazioni della strada svedese: nazionalizzazione delle banche. Mentre Obama già è a corto di risorse
Sicuri e flessibili? La Danimarca è lontana
Un mercato del lavoro fortemente segmentato impedisce di avere insieme sicurezza e flessibilità. Ecco perché il modello della “flexicurity” non è importabile in Italia
La crisi Usa vista dalla Cina
All’origine dei guai attuali c’è anche lo squilibrio profondo tra i paesi in deficit e quelli in surplus commerciale e finanziario. Si rivedono protezionismo e nazionalismo. Ma il “buy american” non è una soluzione. Soprattutto quando a comprare americano sono i cinesi, principali sottoscrittori del debito Usa
Il governo Lula e l’Amazzonia
La salvaguardia dell’ambiente e le scelte di politica economica. Cosa sta succedendo in Brasile dopo le dimissioni di Marina Silva, bandiera della campagna per l’Amazzonia
Un sistema fondato sui rischi. Altrui
La crisi finanziaria letta sotto l’ottica del rischio: quello delle banche, che nessuno ha saputo governare, e quello degli individui, vittime designate
Ecco gli uomini dell’anno. Da dimenticare
Le nostre nominations per l’errore finanziario del 2008: una bella gara, tra Paulson H., Trichet J. P., la banda Lehman etc., etc. Ma anche Greenspan A. (fuori concorso) e Tremonti G. (sezione Italia) non scherzano
Acqua, scuola e lavoro nelle urne dell’India
L’economia più che il terrorismo al centro delle elezioni in Rajasthan. Vigilate dai guardiani del Rajasthan Election Watch, formato da 1.200 organizzazioni indipendenti