“C’era un volta lo stato sociale”, scrivono i due economisti per argomentare la bontà del privato su pensioni e sanità. Ignorando radici e conseguenze della crisi in corso
Archivio | Italie
Il concorso di Profumo taglia fuori i giovani
Sarà una gara tra gli iscritti alle graduatorie: una corsa riservata, restano chiusi i caselli all’ingresso per i neolaureati. E per i più precari tra i precari. Con molti dubbi sui criteri di giudizio
Italia, poca crescita, tanta disuguaglianza
Il nostro paese ha il più basso tasso di crescita di tutti i 27 paesi dell’Unione e un livello di disuguaglianza, nell’anno 2005, inferiore soltanto al Portogallo, Regno Unito e Grecia
Italia, dov’è finita la protesta?
Di fronte alla crisi e alle politiche di austerità, sembra che l’Italia non risponda più con grandi manifestazioni di protesta. Il rapporto con la politica si allontana e cambiano le dinamiche dei movimenti sociali nel nostro paese
Fermare il consumo di suolo si può
Un disegno di legge che va nella direzione giusta. Sono possibili misure concrete di tutela del territorio vietando il consumo di suolo agricolo
I sussidi all’industria, un po’ di chiarezza
La torta dei soldi pubblici per l’industria è più piccola di come la si disegna. Le sorprese mostrate dai dati del Rapporto Giavazzi sui sussidi alle imprese in Italia
La scelta obbligata: Monti e gli aiuti Ue
L’aggravarsi della crisi potrebbe portare il governo Monti a chiedere l’aiuto europeo: la scelta alle prossime elezioni diventerebbe a senso unico
L’arretratezza del Mezzogiorno oggi
Il Meridione è assente dalla poltica. Alle radici dell’arretratezza del Sud ci sono la questione agraria, la dipendenza dall’esterno, lo stato che non funziona
Tramonta l’auto, affonda la Fiat
Nel 2012, per la prima volta dalla fine dell’ottocento, con l’esclusione dei periodi bellici, il numero di auto in circolazione nel nostro paese potrebbe diminuire
Gli aeroporti inutili del piano Passera
Con il piano per gli aeroporti del Ministero per lo Sviluppo abbiamo un esempio delle politiche per l’economia reale che progetta il governo Monti: nessuna scelta strategica, restano gli scali inutili e gli enti locali pagano il conto