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Le alternative alla guerra in Europa

L’ebook che racconta la storia recente dell’Ucraina e presenta le vie di una pace possibile, con analisi e testimonianze sull’opposizione alla guerra e la società civile a Mosca, a Kiev e nel resto d’Europa: i conflitti vanno affrontati con gli strumenti della politica, per costruire un ordine di pace.

L’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022 – una gravissima aggressione militare – ha riportato la guerra in Europa. Bombardamenti, colonne di carri armati, missili, città distrutte, trincee, migliaia di morti per le strade, milioni di profughi in fuga dal paese. E, fuori dall’Ucraina, in Europa e in Italia, invio di armi, sanzioni economiche, corsa alla spesa militare: governi, parlamenti e media sono scesi tutti sul sentiero di guerra. Una strada che non è in grado di fermare l’aggressione della Russia di Vladimir Putin all’Ucraina, che rischia un’escalation internazionale, che prolunga il conflitto, aumenta le vittime e le sofferenze.

Questo ebook di Sbilanciamoci! dà voce alle ragioni della pace e dei pacifisti. Aiuta a capire le cause – vicine e lontane – del conflitto e gli strumenti per risolverlo. Mette in luce le azioni di coloro che – innanzi tutto in Russia e in Ucraina, ma anche in Italia e in tutta Europa – si sono opposti alle armi e hanno chiesto la fine dell’invasione e una soluzione di pace.

La genesi della guerra in Ucraina è chiara. Il primo motivo sta nella politica “imperiale” e aggressiva della Russia di Vladimir Putin. Per tenere assoggettato il proprio “cortile di casa”, Putin si è avventurato in una serie di guerre e interventi militari: ha prima “normalizzato” la Cecenia, poi c’è stata la guerra in Georgia (2008), poi in Ucraina (2014) e, con il sostegno a operazioni repressive o militari, ha tenuto vincolati alla Russia altri stati satellite (da ultimo il Kazakistan). Questa tendenza “imperiale” verso l’esterno si è coniugata con la stretta del regime verso l’interno, fondata sulla repressione e persecuzione dei dissidenti e sul potere economico di un’oligarchia affaristica.

Il secondo motivo di questa guerra risiede nelle politiche di Stati Uniti ed Europa che hanno puntato a espandere la Nato e la sfera d’influenza occidentale ad est, un’espansione sollecitata peraltro dai paesi ex Patto di Varsavia, impauriti dalla vicina Russia. L’Unione europea, con i suoi accordi di associazione e le domande di adesione, è stata parte di questa espansione, senza disporre di strumenti adeguati di integrazione politica ed economica dei paesi ai suoi confini, all’est come nel Mediterraneo, e senza considerare i più ampi effetti regionali. L’ascesa della Cina – sul piano economico e politico – ha rappresentato un ulteriore fattore importante e proprio con la Cina la Russia ha stretto rapporti e alleanze, fino a firmare venti giorni prima dell’inizio della guerra, un importante accordo di cooperazione. In questo quadro, proporre l’ingresso dell’Ucraina nella Nato – cioè portare le armi della Nato sotto le porte di Mosca – è stato visto da Putin come una provocazione inaccettabile.

Ma non possiamo fermarci alla logica del potere degli Stati, alle strategie militari, tanto più che i trent’anni dalla fine della guerra fredda ci insegnano che la guerra non porta a successi politici: la sicurezza si allontana, le distruzioni si moltiplicano, gli Stati si sgretolano, la società e l’economia sono fatti a pezzi. È la lezione delle guerre dell’ex Jugoslavia, fino alla Siria e alla sconfitta americana in Afghanistan dell’estate 2021.

La tesi dei pacifisti è che i conflitti vanno affrontati con gli strumenti della politica: l’obiettivo è costruire un ordine internazionale fondato sulla sicurezza comune – io non sono ‘al sicuro’ se il mio vicino o avversario non si sente ugualmente ‘sicuro’ – e sul disarmo, rovesciando la corsa alle armi nucleari, convenzionali e al cyber-warfare. Dalla guerra in Ucraina si esce soltanto con il cessate il fuoco, il negoziato, un accordo internazionale che crei le condizioni per una sicurezza collettiva, per la ricostruzione economica e sociale. Per contribuire alla pace l’Europa non deve trasformarsi in una superpotenza militare, ma favorire un’Ucraina neutrale, aprire la strada al disarmo e alla rimozione delle armi nucleari dal continente, proporre un’integrazione economica – all’est e nel Mediterraneo – che non sia soltanto l’annessione dei mercati.

E non dobbiamo dimenticare i molti altri conflitti aperti nel mondo. Solo un mese prima della guerra in Ucraina, nel gennaio 2022 Sbilanciamoci! ha pubblicato un altro ebook, Afghanistan senza pace 2001-2022. Ragioni, documenti, reportage, a cura di Daniela Musina e Delina Goxho che ricostruiva il fallimento dei vent’anni di guerra americana a Kabul, con analisi sugli interventi militari, sulla costruzione della pace, sulla solidarietà della società civile che sono rilevanti anche per il caso dell’Ucraina.

In questo ebook raccogliamo analisi, esperienze e proposte – quasi tutte già pubblicate sul sito sbilanciamoci.info – che vanno in queste direzioni. Iniziamo con la voce di Luciana Castellina, figura di riferimento dei movimenti per la pace in Italia ed Europa fin dagli anni ‛80, che in un’intervista appassionata – si può vedere il video qui – argomenta le ragioni della pace, l’esigenza di far tacere le armi, trovare una soluzione negoziata, imparando le lezioni della storia e del pacifismo in Europa.

La prima parte dell’ebook – la storia e la guerra – ricostruisce la storia dell’ordine internazionale con David Harvey, analizza le dinamiche della guerra con Martino Mazzonis, Francesco Strazzari e Alberto Negri, esamina gli arsenali e la spesa militare con Maurizio Simoncelli e Sofia Basso. Come documentazione, per mettere in luce le contraddizioni della stessa politica Usa, ripubblichiamo alcuni testi di Henry Kissinger, Thomas Friedman, dello stesso presidente Joseph Biden sull’estensione della Nato nell’est Europa e sul caso dell’Ucraina.

All’economia è dedicata una sezione che parte dalla crisi russa dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica, esamina le sanzioni commerciali, finanziarie e il caso del gas russo con Monica Di Sisto, Alessandro Messina e Leopoldo Nascia, e considera, con Vincenzo Comito, le possibili conseguenze economiche della guerra in corso.

La pace possibile è la terza parte dell’ebook, con le voci e le ragioni dei pacifisti. Giulio Marcon scrive dei pacifisti italiani di fronte all’Ucraina, racconta le manifestazioni, presenta le analisi della guerra e argomenta le proposte di soluzione del conflitto, di un ordine di pace in Europa. L’urgenza di una campagna europea per la pace e i diritti umani (con un relativo appello) è spiegata da Dmitri Makarov e Mary Kaldor. L’opposizione alla guerra in Russia, nelle molte forme che attraversano la società civile, è analizzata da Maria Chiara Franceschelli, insieme a una testimonianza su un arresto, un appello femminista contro la guerra, un invito a disertare per i soldati russi. Sul fronte ucraino sono analizzate le possibilità di resistenza nonviolenta, con Maciej Bartkowski; si ricostruisce con Donatella della Porta l’evoluzione della società civile di Kiev, segnata da lotte per la democrazia e da spinte nazionaliste; si propone con Norman Paech il modello di “città aperta” per evitare le distruzioni della guerra; si considera il ruolo della nonviolenza con Yurii Sheliazhenko.

Le pratiche di pace e le azioni nonviolente di fronte ai conflitti sono raccontate da Martin Köhler nel caso delle proteste contro gli euromissili americani alla base di Comiso negli anni ‛80, da Giulio Marcon nel caso delle guerre nell’ex Jugoslavia, con le carovane di pace e le iniziative di solidarietà, da Grazia Naletto nel caso dell’accoglienza ai profughi in fuga dalla guerra in Ucraina.

I termini di un possibile negoziato per il cessate il fuoco e un accordo di pace sono proposti da Anatol Lieven.

Infine, due riletture importanti. Le pagine finali dei “Racconti di Sebastopoli” di Leone Tolstoj, sulla guerra di Crimea di metà ottocento e il racconto di Nuto Revelli, da “La strada del Davai”, sulla ritirata attraverso l’Ucraina dei militari italiani dopo la sconfitta nella Campagna di Russia nella seconda guerra mondiale. Due storie di orrori della guerra, nelle terre ora segnate dal nuovo conflitto.

L’ebook I pacifisti e l’Ucraina, le alternative alla guerra in Europa è il risultato del lavoro collettivo di tutta la Campagna Sbilanciamoci! Vogliamo ringraziare tutti gli autori per la loro disponibilità e partecipazione. Ringraziamo inoltre Rachele Gonnelli, che ha curato l’uscita dei testi su Sbilanciamoci.info e la raccolta dei contributi, Francesca Giuliani che ha realizzato il video dell’intervista a Luciana Castellina, Giulia Carpino che ha curato le traduzioni, Mara Petrocelli che ha lavorato sul sito e sui social media, Cristina Povoledo che ha curato la grafica e l’impaginazione, Mario Biani che ci ha dato la copertina, Guglielmo Ragozzino, che ha contribuito a dar forma a questo lavoro.

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