Top menu

Energie di pace e lavoro

La guerra in Ucraina ha messo in risalto le criticità del nostro sistema produttivo, ancora fortemente ancorato al petrolio e al gas (della Russia), senza che sia iniziato un percorso convincente di riconversione energetica che ci liberi dalle fonti fossili. Sbilanciamoci, insieme a Cgil e Fiom, organizza il 25 marzo a Torino un convegno sul […]

Quando Sbilanciamoci! insieme alla CGIL, alla FIOM e alle associazioni ambientaliste (Legambiente, Motus E, Transport & Environment, WWF, Kyoto Club) ha promosso per il 25 marzo l’incontro nazionale Mobilità sostenibile al lavoro (link al programma), la guerra in Ucraina non era ancora scoppiata. Proprio in questi giorni la campagna ha rilanciato le sue posizioni: subito cessate il fuoco e negoziate e no a ogni invio delle armi, che non può che portare all’escalation e al prolungamento della guerra.

La guerra in Ucraina ha messo in risalto le criticità del nostro sistema produttivo, ancora fortemente ancorato al petrolio e al gas (della Russia), senza che sia iniziato un percorso convincente di riconversione energetica che ci liberi dalle fonti fossili per andare decisamente sulla strada della elettrificazione (alimentata dalle energie rinnovabili) del nostro sistema di mobilità.

Quello del 25 marzo è un appuntamento volto proprio alla riflessione su una transizione ecologica giusta – a maggior ragione necessaria alla luce di questa guerra – che traguardi l’industria dell’automotive, e più in generale, dei trasporti verso il passaggio dai motori endotermici all’elettrico, senza che questo comporti disoccupazione e scomparsa del nostro patrimonio industriale. Purtroppo l’Italia (a causa delle politiche assenti dei governi e della miopia delle classi imprenditoriali) è nettamente in ritardo: scarsi investimenti, niente politica industriale, mancanza di strategia. Senza interventi reali, rischiamo di perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro, veder scomparire una parte importante del nostro tessuto industriale e accumulare ritardi enormi nella lotta ai cambiamenti climatici.

Uno degli effetti collaterali di questa guerra (non solo per l’Italia) è infatti il rischio di rallentare la transizione ecologica e le tante cose che ci sono da fare per avvicinarsi a questo traguardo, per mettersi a ricercare nuovi fornitori delle stesse fonti fossili che ci arrivano dalla Russia. Il risultato di tutto ciò è un cambiamento di orientamento, sul breve termine, a favore della lobby del gas e del petrolio, a scapito degli investimenti sull’elettrificazione della mobilità e sulle energie rinnovabili.

Per questi motivi bisogna invece riportare l’attenzione alla vera priorità strategica che abbiamo di fronte: l’abbandono della strada del petrolio e del gas a favore delle energie rinnovabili e della elettrificazione del sistema di mobilità. Tutto ciò tra l’altro favorisce l’autosufficienza nazionale e anche quella locale, grazie alle comunità energetiche, e indebolisce il potere di ricatto di chi esporta fonti fossili, togliendo dal tavolo il pretesto di guerre e conflitti.

Di questo parleremo a Torino con tanti ospiti importanti. Mentre le fonti fossili (soprattutto il petrolio) sono legate, in passato come oggi, a dinamiche di guerra e di dominio (come quelle che vediamo oggi in Ucraina), le fonti rinnovabili e l’elettrificazione del settore dell’automotive possono rappresentare delle energie di pace, per un modello di sviluppo radicalmente, nuovo: sostenibile.