In Europa, la corsa verso il collasso non si ferma. A meno che le elezioni dei prossimi mesi in Grecia, Olanda, Italia e Germania impongano un radicale cambio di rotta
Archivio | 2012
Per un’economia della sufficienza
A Berlino si è tenuto un simposio per i 65 anni del sociologo e attivista Wolfgang Sachs: un’occasione importante per riflettere sui temi dell’ecologia politica
Default e occupazione pubblica
Per uscire dalla crisi del debito, l’Italia deve puntare sulla dimensione europea, su un grande programma di investimenti continentali. Il congelamento del debito non serve
Perché non congelare il debito?
Sfuggire al ricatto dei mercati è possibile, e non necessariamente doloroso. L’Italia potrebbe farlo congelando il debito, prima che l’attivo primario venga eroso. Ecco come
Debiti, finanza, welfare. Lezioni con Caffè?
Il giorno del ricordo di Federico Caffè nel pieno del ciclone europeo. Sullo sfondo l’attacco finanziario, in cattedra Draghi, e il modello “austerità più crescita”. Cosa ci ha insegnato Caffè in proposito?
Oltre l’indignazione
In Be Outraged, un recente rapporto redatto per Oxfam, diversi economisti e scienziati sociali suggeriscono misure alternative all’austerità per uscire dalla crisi e puntare all’uguaglianza
Multiutility: se il sindaco diventa finanziere
Acqua, energia, smaltimento dei rifiuti: i Comuni del nord sono pronti a fondere in una grande holding la gestione di tutti i servizi essenziali per i cittadini. Un errore catastrofico

Il lavoro in Italia
È arrivato un nuovo “Sbilibro”: Il lavoro in Italia. Dal precariato alla riforma Fornero. Un’analisi critica della riforma Fornero, con contributi per costruire una diversa politica del lavoro, più equa e inclusiva. Viene presentato con l’articolo di Matteo Lucchese, che ha curato il libro con Guglielmo Ragozzino
Non c’è equità, senza patrimoniale
Il governo dei tecnici dovrebbe spiegare perché l’Italia sia così diversa da tutti i paesi europei e d’oltre Atlantico. Dove l’imposta patrimoniale esiste
Economia e finanza: prima e dopo la crisi
Con la crisi, i rapporti tra capitalismo industriale e finanziario sono mutati. Rimane la necessità di abbandonare il neoliberismo, con riforme radicali e cooperazione internazionale