Giulio Marcon, fino ad ora portavoce della campagna Sbilanciamoci!, è candidato alla Camera nel prossimo parlamento. Qui spiega i motivi e gli obiettivi della sua scelta. Ci pare giusto e utile condividerli con tutta la comunità di sbilinfo. Riusciranno le controfinanziarie, la pace e l’economia “come può essere” a entrare in aula?
Nichi Vendola mi ha proposto nei giorni scorsi di essere candidato come indipendente per Sinistra Ecologia e Libertà alle elezioni politiche del 24-25 febbraio 2013. Ho accettato, perché le prossime elezioni – dopo i lunghi anni di Berlusconi e un anno durissimo di “governo tecnico” di Mario Monti – sono decisive per la possibilità di uscire dalla crisi, di cambiare strada. Le elezioni sono decisive anche per la democrazia in questo paese, per la possibilità di rinnovare una politica che si è drammaticamente allontanata dalla società. Per questo ho accettato un invito a candidarmi che rappresenta un riconoscimento – al di là del mio impegno di questi anni nella società civile e nei movimenti – al lavoro fatto in 14 anni dalla campagna Sbilanciamoci!, alle sue elaborazioni e proposte. È una scelta che rappresenta una sfida a portare le nostre “controfinanziarie” in Parlamento e a trasformarle – almeno in parte – in politiche concrete. Sarà difficile, gli spazi di cambiamento saranno stretti, toccherà a tutti noi tenere alta la mobilitazione, ma credo che valga la pena provarci. Si tratta di dimostrare – come ha fatto Sbilanciamoci! in questi anni – che un’alternativa al neoliberismo e alle politiche di austerità è possibile.
Il lavoro di Sbilanciamoci! in questi anni – dalle proposte sull’Europa alle campagne contro le spese militari, dalle “Contro-Cernobbio” alle alternative al Pil – ha mostrato come i movimenti, con le loro competenze e i loro saperi, siano capaci di costruire proposte alternative credibili, efficaci, realizzabili. Proposte di cui oggi c’è sempre più bisogno per costruire un’economia sostenibile sul piano ambientale e sociale, una società fondata sui diritti, la giustizia, l’uguaglianza, la pace. Se questo lavoro entra in Parlamento – e con questo l’opposizione a scelte sbagliate come i cacciabombardieri F35, le grandi opere della Tav e del Ponte sullo Stretto, le privatizzazioni dei beni pubblici, la criminalizzazione degli immigrati – ci possono essere nuove possibilità per trasformare le mobilitazioni dei movimenti in cambiamenti concreti.
Le prossime elezioni possono portare a un cambio di governo che, al posto dell’”agenda Monti”, metta un’agenda del lavoro, dei diritti, della pace e dell’ambiente. Per questo è necessario impegnarsi, dentro e fuori le istituzioni.
Se sarò eletto continuerò – in un contesto e con un ruolo diverso – a mantenere lo stesso profilo che ho avuto in questi anni: dentro i movimenti e le campagne delle associazioni, cercando di dare loro voce in Parlamento, di essere un riferimento per le mobilitazioni, di contribuire alle proposte di cambiamento.
Da sempre faccio politica dal basso, prima nel movimento studentesco, poi nel pacifismo degli anni ’80, nelle iniziative di solidarietà contro le guerre nei Balcani negli anni ’90, nelle campagne contro il neoliberismo, dal G8 di Genova alle iniziative contro la crisi dell’Europa. Nel corso degli anni ho coordinato organizzazioni come il Servizio Civile Internazionale, l’Associazione per la Pace, il Consorzio Italiano di Solidarietà, Lunaria e infine la campagna Sbilanciamoci!. Collaboro da sempre con un giornale importante per i movimenti come il manifesto, al sito www.sbilanciamoci.info e, sul terreno del lavoro culturale, ho dato il mio contributo a una rivista come Lo Straniero, alla nascita delle Edizioni dell’Asino e ho coordinato le attività didattiche della Scuola del Sociale della Provincia di Roma. È questo il mio mondo – quello della politica nella società civile – e l’impegno in Parlamento, se sarò eletto, sarà per me, come dovrebbe essere per tutti, un’esperienza limitata nel tempo: un’opportunità per portare nella politica istituzionale le esperienze della politica dal basso.
Mi sono convinto a fare questa scelta non solo per le posizioni assunte da SEL in questi anni, ma anche per la qualità della squadra di indipendenti di cui faccio parte, che rappresentano esperienze belle e significative della società civile: Laura Boldrini, da sempre impegnata per i diritti dei rifugiati con le Nazioni Unite; i sindacalisti della FIOM Giorgio Airaudo e Giovanni Barozzino (uno degli operai licenziati a Melfi da Marchionne); Ida Dominijanni a lungo al manifesto; Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana; Pap Diaw, della comunità senegalese di Firenze; Monica Frassoni, co-presidente dei Verdi europei, la femminista e attivista antimafia Celeste Costantino, il rettore dell’Università di Foggia, Giulio Volpe.
La campagna Sbilanciamoci! – al di là del mio ruolo che cambia – continuerà a mantenere la sua capacità di proposta e mobilitazione, a mantenere l’autonomia da ogni forza politica e da ogni governo. Senza fare sconti a nessuno.
È grazie all’autonomia e alla radicalità dei movimenti che la politica in Italia può cambiare, rilanciando la partecipazione e rinnovando la democrazia. La sfida è costruire una via d’uscita dalla crisi, un’alternativa al neoliberismo e alle politiche di austerità. Le nostre mobilitazioni oggi possono incidere sui rapporti di forza in Parlamento, influenzare la composizione e le scelte del prossimo governo.
Possiamo cambiare strada. È una sfida che vale la pena raccogliere.