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Passa da Torino il sentiero della giusta transizione

Chiusa la terza edizione del convegno dell’Alleanza Clima Lavoro “Mobilità sostenibile al lavoro”: bilancio positivo per l’evento, con un confronto sulla giusta transizione e la mobilità sostenibile tra sindacato, ambientalisti, imprenditori, esperti e accademici. Disponibile la registrazione integrale dell’evento.

Il futuro della mobilità in Italia, l’avvento dell’auto elettrica e il conseguente cambiamento della produzione e del lavoro nell’automotive, la pianificazione urbanistica e trasportistica per città green e smart, l’elettrificazione del Paese e lo sviluppo imprenditoriale della filiera dell’energia elettrica, l’economia circolare e il modello di sviluppo e benessere sociale ad essa collegato, l’emergere di nuove povertà energetiche che colpiscono i più fragili, le politiche per un buon governo della transizione ecologica. 

Di tutto questo e di molto altro ancora si è parlato, di fronte a oltre 150 partecipanti, nelle sei sessioni della terza edizione del convegno dell’Alleanza Clima Lavoro “Mobilità sostenibile al lavoro”, che si è svolto a Torino, presso la Camera del Lavoro, il 25-26 gennaio scorso (qui il programma del convegno). Ambientalisti, mondo delle imprese e sindacati, esperti e accademici si sono dati appuntamento in questa due giorni per fare il punto e dipanare le sfide, i problemi e le opportunità dell’Italia di fronte agli obiettivi europei e nazionali di decarbonizzazione, lotta al cambiamento climatico e transizione verso un’economia e una mobilità sostenibile dal punto di vista ambientale, senza perdere mai di vista la giustizia sociale e l’occupazione. 

“Lo scopo dell’Alleanza Clima Lavoro, cui abbiamo dato vita quattro anni fa, è quello di elaborare una visione e un piano programmatico condivisi, frutto del dialogo e dell’iniziativa comune tra ambientalisti e sindacalisti, per creare nuova e buona occupazione nella transizione ecologica che ci attende”, ha spiegato il portavoce di Sbilanciamoci! Giulio Marcon aprendo i lavori del convegno insieme al “padrone di casa” Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte. Il tempo è poco e le scadenze sono ravvicinate. In tema di industria automobilistica, già il prossimo 1 febbraio si riunirà a Roma il tavolo automotive convocato dal ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, presenti anche i vertici di Stellantis, dove ci si concentrerà molto probabilmente sulla rimodulazione dei bonus per l’acquisto di auto a più basso impatto ambientale e dove si parlerà dell’apertura del governo ad un secondo produttore cinese per tornare a un milione di vetture prodotte in Italia. 

Ma soprattutto sono alle porte gli imminenti impegni sottoscritti in merito al conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati in Europa dalla strategia Fit for 55 e dal Green Deal: già tra sei anni, nel 2030, l’Unione europea è chiamata a ridurre del 55% le sue emissioni climalteranti per poi arrivare alla neutralità climatica nel 2050. Per quanto riguarda nello specifico la partita cruciale dell’abbattimento delle emissioni nel trasporto, oltre al noto phase out dei motori endotermici delle automobili al 2035, entro il 2040 anche i mezzi pesanti dovranno abbattere le loro emissioni del 90 per cento.

“L’Italia è in grave ritardo sulla transizione ecologica ed energetica perché si è perso tempo, non si creano posti di lavoro in un Paese in declino, neanche nel turismo. Bisogna invece cogliere l’occasione e prendere il buono della transizione, il che significa cambiare radicalmente modo di ragionare, acquisire benessere e servizi al posto di merci”, ha sottolineato Mariagrazia Midulla del Wwf, ricordando come la collaborazione tra sindacati e ambientalisti espressa nell’Alleanza Clima Lavoro, un tempo nient’affatto scontata, è oggi un dato acquisito, cosa che rende tutti più forti e coesi nel rivendicare diritti, incluso quello a un ambiente sano e a una mobilità sostenibile. 

In proposito, l’Italia ha il parco di automobili, private e aziendali, e quello di autobus pubblici più vecchi d’Europa: le persone non hanno pertanto altra scelta per muoversi se non quella di ricorrere a vecchi – e inquinanti – mezzi privati, determinando tassi di motorizzazione estremamente elevati in pressoché tutti i nostri territori. Al contempo, l’auto elettrica ha ancora prezzi inarrivabili per molti, ma esistono possibili soluzioni come quella in fase di adozione in Francia di leasing sociale, calmierato dallo Stato, per le famiglie a basso reddito e per abitanti di borghi poco e male collegati delle aree interne.

Proprio il rapporto tra giustizia ambientale e giustizia sociale nella transizione è stato al centro dell’intervento al convegno di Simone D’Alessandro, professore di economia all’Università di Pisa, che ha presentato gli incoraggianti risultati preliminari di uno studio in fase di elaborazione sugli impatti su Pil, occupazione, redditi, disuguaglianze ed emissioni climalteranti di una serie di proposte dell’Alleanza Clima Lavoro relative all’implementazione di un piano del lavoro verde per mobilità e città sostenibili, tra cui la trasformazione di 14 miliardi di euro di Sussidi Ambientalmente Dannosi in Sussidi Ambientalmente Favorevoli e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario nel comparto automotive.

Nel corso del convegno torinese, oltre ai saluti istituzionali del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e a quelli inviati via videomessaggio del ministro dell’Ambiente Gilberto Picchetto Fratin, sono poi intervenuti, tra gli altri, il direttore generale di Anfia (l’associazione nazionale delle industrie della filiera automobilistica) Gianmarco Giorda, l’ex ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili del governo Draghi Enrico Giovannini, il presidente di Federmeccanica Federico Visentin, i due segretari generali di Fiom-Cgil e Flai-Cgil Michele De Palma e Giovanni Mininni, il responsabile Fibra ottica e Mobilità elettrica di E-Distribuzione Riccardo Lama, il responsabile scientifico dell’Osservatorio TEA Giulio Calabrese.

Molto interessante è stato il contributo di due ricercatori cinesi esperti di automotive, Hua Wang e Chuanjuan Wu della Emlyon Business School, che hanno illustrato le specificità del modello produttivo e di governance che consente oggi alla Cina di primeggiare a livello globale nel settore delle auto e delle batterie elettriche. Su quest’ultimo argomento, cioè le innovazioni in corso nella produzione di batterie sempre meno dipendenti dai materiali critici e il loro riciclo, sono intervenute la professoressa Silvia Bodoardo del Politecnico di Torino e Francesco Gattiglio di Albermarle Corporation, azienda leader mondiale della raffinazione del litio. 

La registrazione integrale delle sei sessioni del convegno “Mobilità sostenibile al lavoro” e le interviste ai relatori sono disponibili a questo link: https://www.youtube.com/playlist?list=PLtM4mafi6cfNVAljr0KJP0ei4j4ULAqyO