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La generazione fantasma

La Campagna Sbilanciamoci! aderisce all’appello lanciato dai giovani e le giovani del Paese che chiedono di uscire dalla crisi nella direzione giusta, con investimenti nel lavoro, nell’istruzione e nell’autodeterminazione.

Siamo i giovani e le giovani di questo Paese e sul Recovery Fund abbiamo un piano.

Siamo i giovani a cui è stato detto di accontentarsi, che dovevamo fare gavetta, che uno stage non pagato è normale, che prima o poi il contratto sarebbe arrivato, che dovevamo solo aspettare. Però il tempo passava e lo sfruttamento restava sempre lì.

Siamo le studentesse e gli studenti a cui è stato detto che andava tutto bene, che pagare migliaia di euro ogni anno tra tasse, affitti e libri era normale, che le scuole e le università sarebbero ripartite. Invece siamo sempre di più ad abbandonare gli studi perché l’istruzione nel nostro Paese è un lusso, ma mai una priorità, come hanno dimostrato questi mesi.

Abbiamo 15, 25, 30 anni. Siamo cresciutə tra due crisi, abbiamo visto il nostro futuro diventare sempre più incerto, la precarietà trasformarsi nell’unica certezza. Ci siamo sentitə dire che basterebbe impegnarci di più, che è colpa nostra se non troviamo lavoro, che dovevamo andare all’estero per avere un futuro.

Ci hanno ripetuto che non c’erano i soldi: per l’istruzione, per la ricerca, per creare lavoro, per la sanità, per risanare i nostri territori e contrastare il disastro climatico. Adesso i soldi ci sono.

Il Next Generation EU parla di noi: noi che non sappiamo se l’anno prossimo riusciremo ancora a pagare le tasse all’università, che dobbiamo decidere se restare qui o andare a cercare opportunità altrove, che siamo costrettə a vivere dai nostri genitori perché la famiglia è ancora l’unica forma di welfare esistente.

Si parla del nostro futuro, ma continuate a farlo senza di noi, la generazione fantasma. Invece è arrivato il momento di ascoltarci. Serve #UnPianoPer uscire dalla crisi nella direzione giusta e ripartire davvero. Noi abbiamo qualcosa da dire.

  • 5% del PIL in istruzione, perché senza conoscenza non c’è futuro

L’Italia è agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda la percentuale di PIL in istruzione e il numero di laureati, ma in cima alle classifiche per le tasse universitarie più alte e la dispersione scolastica. Vogliamo il 5% del PIL per rendere l’istruzione gratuita, per investire in edilizia scolastica e universitaria, per un reddito di formazione per le studentesse e gli studenti. Perché una società della conoscenza è possibile, ma solo se l’istruzione smette di essere per pochi e, con la cultura, diventa una priorità. No, non bastano i soldi del Recovery Fund: e allora che paghino i più ricchi, contribuendo davvero allo sviluppo del Paese.

  • Lavoro pagato, di qualità, senza più sfruttamento

Lavoro gratuito, ricatti e sfruttamento sono spesso l’unica alternativa alla disoccupazione. A partire dagli investimenti del Next Generation EU vogliamo che si ragioni di come cambiare il mondo del lavoro: indennità obbligatoria per stage e tirocini, piano di assunzioni straordinarie a tempo indeterminato nella PA, contrasto alla precarietà, un piano per l’occupazione femminile che garantisca davvero la piena autodeterminazione di tutte noi. E un rapporto tra formazione e lavoro che non serva a schiacciare la conoscenza alle esigenze del mercato ma a ripensare il mondo che ci circonda, senza continuare a sfruttare territori e persone.

  • Un paese in cui restare

Ogni anno decine di migliaia di giovani lasciano il nostro Paese, mentre sono ancora di più i giovani meridionali che abbandonano le loro regioni. Vogliamo investimenti in infrastrutture e sviluppo al Sud, un piano di contrasto alla povertà e alle diseguaglianze e per l’autodeterminazione, che metta al centro il lavoro e un vero reddito incondizionato, vogliamo poter restare ed essere al centro delle strategie di sviluppo dei nostri territori da Nord a Sud del Paese, nei centri come nelle periferie, nelle città come nelle aree interne.

Promosso da
Rete della Conoscenza – Unione degli Studenti – Link Coordinamento Universitario

Hanno aderito fino ad ora
ARCI – Sbilanciamoci – Chi si cura di te? – Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali – Genova che osa – Lato B – Collettivo Valarioti – Associazione 1° Maggio

Per firmare e aderire