Il MIUR con il decreto n.85 ha recentemento tagliato 1/4 dei posti disponibili a medicina, odontoiatria, veterinaria ed architettura. Chiediamo al governo Renzi di ritirare immediatamente il taglio dei posti e di posticipare la data dei test a Settembre e invitiamo il Paese tutto ad avviare una discussione seria e approfondita sulle conseguenze gravissime prodotte […]
MOBILITIAMOCI CONTRO LE ULTERIORI RESTRIZIONI DEL NUMERO CHIUSO!
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Il MIUR con il decreto n.85 ha recentemento tagliato 1/4 dei posti disponibili a medicina, odontoiatria, veterinaria ed architettura. I test d’accesso per queste facoltà diventano da quest’anno ancora più escludenti: si svolgeranno infatti ad Aprile mettendo tutti i diplomandi d’Italia in seria difficoltà. Coinciliare lo studio per i test con quello della maturità, avendo di fronte una scarsissima probabilità di superarli e accedere ai corsi di laurea a causa dei pochi posti disponibili, è infatti uno scacco matto inaccettabile alla libertà di scelta e al diritto allo studio di tante e tanti.
Studenti dell’ultimo anno delle superiori, rappresentanti negli istituti e nelle Consulte studentesche di diverse città d’Italia, hanno deciso per questi motivi di lanciare un’appello al MIUR, insieme agli studenti universitari iscritti ai corsi di laurea che vorrebbero frequentare. Chiedono al governo Renzi di ritirare immediatamente il taglio dei posti e di posticipare la data dei test a Settembre e invitano il Paese tutto ad avviare una discussione seria e approfondita sulle conseguenze gravissime prodotte dalle sempre maggiori restrizioni e tagli all’università.
Il sistema del numero chiuso e il suo rafforzamento non fanno infatti che proseguire con la logica che ha ridotto in miseria scuola ed università in questi anni, la logica dei tagli e della privatizzazione dei percorsi d’istruzione. Lo sbarramento all’accesso dei corsi di laurea non premia infatti gli studenti meritevoli, come spesso si dice per giustificarne l’esistenza, premia invece una classe politica che ha deliberatamente scelto di disinvestire nell’università pubblica rendendola sempre più costosa ed elitaria. Il fatto che quasi il 60% dei corsi di laurea in Italia oggi sia a numero chiuso o programmato si spiega infatti solo alla luce dei limiti imposti dal MIUR stesso in questi anni al carattere pubblico dell’università: con tagli strutturali e col blocco delle assunzioni dei docenti si preclude l’iscrizione e la possibilità di sostenere l’università a tantissimi. E’ ridicolo continuare ad agitare la bandiera del merito per mascherare l’imposizione di un modello di università sempre più chiuso e inefficace, di fronte alle esigenze di un Paese che ha bisogno invece di investire sui saperi e sulla conoscenza per uscire realmente dalla crisi.
I test d’accesso trasformano il diritto allo studio in un privilegio: a parità di merito studenti diversi rischiano infatti di venire esclusi dalle graduatorie e tagliati fuori dal corso di laurea scelto. I test d’accesso privano gli studenti del diritto di scegliere il proprio percorso di studio, precludendo a tante e tanti di potersi anche solo mettere alla prova con la materia. Quello che sembra dimenticare i diversi ministri sono i costi reali e pesantissimi che questo sistema ha per la vita di studenti: la spesa, già di per sè alta, che si sostiene per un test (50-100 euro) si moltiplica infatti per la maggior parte che ne sostiene più d’uno e per chi non lo supera, costretto infatti a ritentare la fortuna l’anno successivo o a iscriversi a corsi senza sbarramento. Il sistema del numero chiuso pretende di selezionare il merito ma mette in dubbio in realtà il fatto indiscutibile che tutte e tutti meritiamo di scegliere il nostro futuro.
Quanti sono gli studenti che non meritano di studiare, emanciparsi, mettere a disposizione del Paese le proprie conoscenze? Dal 2008 ad oggi l’università italiana ha espulso oltre 30.000 studenti, l’Italia è al primo posto nelle classifiche internazionali per tasso di dispersione ed abbandono scolastico, agli ultimi per numero di laureati : alla luce di ciò crediamo sia pericoloso e miope rafforzare i sistemi di sbarramento all’accesso dei percorsi universitari ed esterderli alla totalità dei corsi di laurea. Nel 2018 il nostro Paese avrà bisogno di oltre 22.000 e di altrettanti infermieri quando le università ad oggi ne accolgono poco più di 10.000: il sistema di sbarramento alla facoltà mediche ignora le esigenze reali del Paese e mette a rischio oltrechè il diritto allo studio anche il diritto alla salute. L’Italia non ha infatti bisogno di ridurre il numero di medici nè quello dei laureati ma al contrario di garantire un sistema libero e ampio di accesso ai saperi, capace di risollevare le sorti culturali del Paese e di trasformare radicalmente l’attuale mercato del lavoro e modello produttivo.
Stiamo assistendo in questi anni all’utilizzo strumentale della valutazione come mezzo per selezionare ed escludere, piuttosto che per capire e valorizzare: INVALSI, AVA, numero chiuso sono frutto della stessa idea di merito. Un’idea che ha conseguenze devastanti non soltanto per la nostra generazione ma per l’intero sistema d’istruzione e quindi per il Paese. Crediamo che a partire da scuole ed università bisogni aprire un percorso di lotta ampia verso questi processi e pertanto invitiamo tutti a firmare l’appello e ad attivarsi fin da subito verso il 7 Marzo, giornata nazionale di mobilitazione contro il numero chiuso che vedrà presidi e iniziative in diverse città d’Italia.