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Editoriali

Una riforma fiscale contro l’equità

Con l'approvazione della delega fiscale il governo erode la progressività fiscale prevista dall'articolo 53 della Costituzione e di fatto prevede un definanziamento brutale della sanità e dei servizi pubblici. Una linea ideologica che privilegia i ricchi, l'opposto delle nostre cinque proposte della campagna Tax The Rich che speriamo sposino anche i sindacati.

Cutro. Quelle morti che non possiamo accettare

Saremo a Cutro, sabato 11 alla Manifestazione nazionale indetta dalla Rete 26 febbraio sulla spiaggia di Cutro “Fermiamo la strage, subito!”, insieme ai cittadini calabresi che ancora una volta si sono distinti per la loro umanità e per tornare a chiedere politiche diverse, a partire dal varo di una missione pubblica di soccorso dei migranti in mare, dall’apertura di canali di ingresso legali e dalla effettiva garanzia del diritto di chiedere asilo.

Più forti i venti di guerra

L’escalation militare è nei fatti. L’incendio nucleare è dietro l’angolo. C’è nei governi e nelle istituzioni internazionali una drammatica sottovalutazione dei rischi che stiamo correndo. Europe for Peace ha lanciato tre giorni (24-25-26) di mobilitazione nazionale ed europea. Ci saranno manifestazioni anche a Berlino, Londra, Parigi, Bruxelles. La strada del negoziato è l'unica perseguibile, mobilitiamoci.

Rilanciamo Tax the Rich!

In Italia i super ricchi negli ultimi tre anni sono diventati ancora più ricchi mentre i poveri sono un milione in più. Altro che tassa piatta, serve una fiscalità più progressiva. Come Sbilanciamoci! con l’iniziativa Tax the Rich! proponiamo 5 semplici misure per redistribuire la ricchezza, ridurre le diseguaglianze, costruire uno Stato sociale a beneficio di tutti.

La controfinanziaria di Sbilanciamoci!

La legge di bilancio del governo Meloni propone un'economia retriva che avvantaggia corporazioni e privilegiati. Noi presenteremo alla Camera il 21 dicembre la nostra Controfinanziaria che disegna un’Italia diversa, che punta ad una economia sostenibile e a investimenti massicci nella sanità pubblica, nell’istruzione, nella lotta alle diseguaglianze e che chiede di ridurre le spese militari.

Una legge ideologica e di favori ai privilegiati

Le misure annunciate della legge di bilancio del governo Meloni indicano una pessima direzione di marcia. L’innalzamento dell’uso del contante è un favore agli evasori. L’innalzamento della flat-tax un regalo a liberi professionisti benestanti. La riattivazione del Ponte sullo Stretto un regalo a costruttori e affaristi. La restrizione al Rdc un attacco ai poveri.

Ambiente, diritti, pace: la nostra legge di bilancio

Per la nostra legge di bilancio alternativa quest’anno non abbiamo atteso quella del governo Meloni, e l’abbiamo anche pubblicata sulla nostra Gazzetta non Ufficiale: è una manovra da quasi 60 miliardi, senza scostamenti di bilancio. Gran parte delle entrate vengono da misure di giustizia fiscale (le proposte della nostra campagna Tax the Rich).

Meloni, peggio di così..

Non è una bella aria quella che tira e duri sono i tempi che ci aspettano. Noi continuiamo con il nostro lavoro che, a partire dalla difesa della democrazia e dei diritti, ripropone l’impegno per la giustizia sociale, l’ambiente, il lavoro, la pace. Ricominciamo proprio da qui: dall’impegno per la pace e non dalle armi come vorrebbe la Meloni. Ci vediamo il prossimo 5 novembre.

Il 5 novembre per la pace

Dopo i tre giorni di mobilitazione dal 21 al 23 ottobre in oltre 100 città, l’appuntamento nazionale del 5 novembre a Roma può essere uno snodo decisivo della mobilitazione per la pace nel nostro paese. Un messaggio al governo (che nasce), alle forze politiche, al parlamento per invitarli a prendere un’iniziativa autonoma nella direzione della via diplomatica: l’invio delle armi è una scelta sbagliata che fa incancrenire la guerra. Noi ovviamente non siamo neutrali: stiamo con la popolazione ucraina, con gli obiettori di coscienza e i pacifisti russi.

È il momento di scegliere la pace

Di fronte al rischio nucleare non è il momento delle tifoserie. È il momento della pace, della responsabilità, della nonviolenza. Come diceva Aldo Capitini: «A ciascuno di fare qualcosa». Dal 21 al 23 ottobre con la rete Europe for Peace organizziamo manifestazioni e iniziative in oltre 100 città italiane.

Nubi all’orizzonte

Il governo Draghi ha varato la nuova NADEF (Nota di aggiornamento al DEF, il documento di economia e finanza che il principale strumento di programmazione del bilancio dello Stato) e le notizie non sono buone. Dopo aver glorificato i risultati raggiunti da Draghi, al nuovo governo consegna una situazione difficile che non dà spazi per politiche di spesa allegre e indebitamento. Servirebbe invece un riequilibrio fiscale, come suggerisce anche il capo economista della Bce.

Dopo il 25 settembre

La campagna elettorale è deludente, a partire dai programmi. Il nuovo governo si troverà ad affrontare una grave emergenza economica e sociale e speriamo che non si aggiunga anche un’emergenza democratica. Vedremo. Intanto molte associazioni aderenti a Sbilanciamoci saranno presenti al corteo indetto dalla Cgil a Roma il prossimo 8 ottobre.

Sbilanciamoci! un programma minimo di proposte radicali

Al contro-vertice di Cernobbio un programma che ha bisogno di movimenti e mobilitazioni, e di un atto di generosità e disponibilità della politica isolata sempre di più dalla società. Al forum quest'anno verrà anche lanciata la campagna Tax The Rich per togliere un po' di privilegi, fiscali e non solo, ai grandi patrimoni e agli speculatori.

La politica ha rimosso la pace

La situazione in Ucraina è gravissima a sei mesi dalla criminale invasione russa voluta da Putin (per una guerra che trova le sue origini nel 2014). L’Italia è di fatto in guerra - come minimo ne è attiva sostenitrice - ma il tema è derubricato nelle appendici dei programmi dei partiti in questa campagna elettorale.

Un’altra Cernobbio per un’altra economia

Sabato 3 settembre alle ore 10 presso il CineTeatro – Oratorio di Cernobbio, ha inizio l’AltraCernobbio, le 49 organizzazioni di Sbilanciamoci con la partecipazione di rappresentanti della CGIL, di OXFAM, Fridays for future, Forum Diseguaglianze, un'iniziativa dove discutere e condividere idee e iniziative contro la guerra, per un diverso modello di sviluppo.

Ucraina: la pace possibile

La guerra rischia di essere archiviata dai media ma di non fermarsi, tra l'assuefazione generale. Il prossimo 23 luglio il cartello di centinaia associazioni e reti della società civile Europe for peace ha lanciato una mobilitazione in tutte le città d'Italia per il cessate il fuoco in Ucraina e per la ripresa dei negoziati tra l'Ucraina e la Russia. L'orizzonte non può che essere quello di una conferenza internazionale di pace per ricostruire le condizioni di una sicurezza comune e condivisa in Europa.

Angela Merkel, lode della lentezza

Contro una politica che rincorre gli eventi, Angela Merkel, in un teatro di Berlino, ha ricordato il valore di una politica dallo sguardo lungo e la necessità di un‘architettura di sicurezza comune in Europa. Come propone il nuovo rapporto 2022 della Commissione Olof Palme.

Perché deve vincere la pace

L’Italia ora invia anche armi pesanti, ma l’intenzione è cambiata radicalmente: da azione di sostegno alla difesa ucraìna all’offensiva contro Mosca e in terra russa.La politica italiana (quasi tutta) balbetta, prona alle alleanze militari, al complesso militare-industriale e alle dinamiche di guerra.

La guerra è a una svolta storica

Dopo le parole con cui il segretario generale della Nato Stoltenberg ha zittito Zelenski sulla Crimea, i leaders europei hanno iniziato pur con molte titubanze a capire il concreto rischio di scivolare in una terza guerra mondiale senza che nessun parlamento abbia affrontato la questione. Siamo a una svolta storica e anche la visita di Draghi da Biden dovrebbe servire a riportare sul tavolo il negoziato e in primis il cessate il fuoco.

La soluzione non è militare, ma solo politica

Si continua a pensare – nei circoli occidentali - che la soluzione alla guerra in corso sia militare (la sconfitta sul campo di Putin), mentre può essere solo politica: intanto la ricerca di un accordo per il “cessate il fuoco”. L’invio delle armi invece prolunga la guerra e rischia di estenderla e di renderla più feroce.