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«Draghi guarda al passato. Finanziare le imprese non cambia lo sviluppo»

Intervista all’economista Mario Pianta sulle molte ombre del piano presentato da Mario Draghi. Gli investimenti con il debito europeo dovrebbero costruire una diversa traiettoria di sviluppo. Da Valori.it

Più investimenti, finanziati con debito pubblico europeo, ma senza cambiare la logica di mercato e le scelte delle imprese che sono alla radice del lungo ristagno dell’Europa. Il piano «per la competitività» dell’Europa proposto dall’ex presidente della Banca centrale europea ed ex presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, non convince Mario Pianta, docente di Politica economica alla Scuola Normale Superiore di Firenze.

Secondo Draghi l’Europa vive una “crisi esistenziale” dalla quale può uscire soltanto con grandi investimenti. Perché siamo finiti in questa crisi?

È utile riflettere, come fa il piano Draghi, sulla traiettoria di sviluppo europea. Negli ultimi 20 anni, l’Europa non è cresciuta perché si è affidata alle decisioni delle grandi imprese, che non hanno fatto gli investimenti necessari – quello che il rapporto Draghi vorrebbe ora correggere. E perché ha fatto politiche sbagliate. Le politiche monetarie, anziché alimentare la crescita e l’occupazione, hanno favorito l’espansione della finanza e le sue logiche speculative. Le politiche fiscali sono state realizzate all’insegna dell’austerità, hanno impedito l’espansione della domanda, hanno costretto le economie europee a contenere la spesa pubblica e bloccato la crescita dei salari.

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