Ci attardiamo su un Biden “vacillante” per non vedere un’America che all’opposto persegue e consente una strategia della tensione per cambiare a suo vantaggio gli equilibri globali. Nell’ultimo anno un quarto della macchina da distruzione israeliana è stata finanziata da aiuti militari di Washington: 18 miliardi di dollari.
Autori Sezioni: Francesco Strazzari
Il Medio oriente su un folle tavolo da gioco
Riecheggia la dottrina neo-con dell’effetto domino. Gli interessi degli Usa e di Israele convergono. Ma Tel Aviv si troverà esposta al rischio storico del sovraccarico. Mentre la comunità internazionale ripete il mantra due popoli due Stati che non ha più alcun ancoraggio reale.
La guerra è già più avanti
Da tempo gli ucraini colpiscono oltre il confine russo. L’obiettivo Nato sembra essere una gestione più accorta di quanto è già in atto: bilanciare l’equazione delle risorse e impedire al momentum russo di culminare. Nel frattempo, di tavolo negoziale non si parla.
La fine del doppio standard, giustizia senza eccezione
La Cpi, che ha spiccato mandati per Assad e Putin, include oggi un leader occidentale: Benjamin Netanyahu. Diventa difficile difendere ogni ok ad esportare armi o l’omertà sulla collaborazione scientifica ’dual use’.
L’Europa alla teologia della guerra
Il Triangolo di Weimar (Macron, il cancelliere Scholz e il premier polacco Donald Tusk) fornisce missili a lungo raggio agli ucraini e innesca rischi di escalation nucleare. L’agenda del riarmo, correndo sul filo del “si vis pacem para bellum”, trova facili apologeti, sempre pronti ad irridere i cosiddetti “pacifinti”.
L’illusione bellica dell’Occidente
Nella sostanziale afasia sulla guerra contro Gaza, sono le armi a tenere banco. Con o senza la Nato, con o senza le destre al comando dopo il voto europeo si dà per scontato che l’Ue darà ancora più slancio alla spesa per la difesa. Con più commesse per l’industria Usa.
L’inevitabile guerra che ci aspetta
Dal 2019 a oggi la spesa militare europea è cresciuta del 25-30%. Per un soggetto politico continentale che nasce su un’ipotesi di pace costruita sulle macerie della seconda guerra mondiale, e che si è a lungo definito «potenza civile», siamo nel bel mezzo di un passaggio epocale.
Retorica della vittoria e vie della pace
Mentre la Cina dispiega il proprio inviato a Mosca e Kyiv, c’è da registrare per la prima volta il cauto ottimismo del Segretario di Stato USA Blinken circa il ruolo che Pechino potrà avere nel portare la Russia a sedere a un tavolo negoziale. Da il manifesto.
La Cina per la pace muove sull’Europa
Nella conversazione Xi s’impegna per l’orizzonte di un cessate il fuoco prima possibile: in direzione opposta alla corsa attesa di offensive, cingoli, raid e nuove cataste di morti. Da il manifesto.
Una missione impossibile ma necessaria
Il viaggio di Xi Jinping a Mosca. Strumentale alle ambizioni egemoniche di Pechino, la visione cinese della pace ambisce a caratterizzarsi per il proprio tratto post-coloniale.L’Europa che fu colonialista ha tutto da perdere da una guerra che non si ferma, e molto da guadagnare da un intenso dialogo con Pechino. Da il manifesto.