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25 aprile 2018: un giorno che guarda al futuro

Liberazione. Una parola splendida. Solo leggerla e pronunciarla fa bene, dà speranza, apre un orizzonte, rinvia a un sogno di cambiamento, a un presente e a un futuro che rompono i vincoli della sopraffazione.

Oggi la memoria delle lotte di liberazione sembra però dissolversi, spazzata via da nuovi venti di guerra, dalla riesumazione più o meno esplicita delle “razze”, dal rilancio di politiche  che, giocando cinicamente con le molteplici forme della nostra insicurezza sociale, usano armi, ergono nuovi muri e frontiere in nome della nostra sicurezza, ma in realtà ci rendono ancora più insicuri.

L’onda nera temuta alla vigilia del voto ha trovato un riscontro esplicito inferiore alle attese. Sarebbe però un errore sottovalutare la capacità dei movimenti di estrema destra di riorganizzarsi e di acquisire nuovo consenso, non solo e non tanto nelle urne, ma a livello sociale e culturale. In Italia e in Europa.

In questi primi mesi del 2018 non c’è stato “solo” il raid contro 6 persone scelte a caso ma tutte con la pelle nera del fascista Traini a Macerata. Nei pressi di Briancon un centinaio di attivisti di Generazione Identitaria ha potuto manifestare solo tre giorni fa esponendo lo striscione “Closed borders”, dichiarando di fatto l’apertura di una nuova campagna contro i migranti da parte della rete Defend Europe, la stessa che la scorsa estate finanziò i tentativi di abbordaggio della “C- Star” alle navi delle Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo.

Ad essere fermati lungo il confine tra Italia e Francia sono stati però 4 attivisti antifascisti che hanno partecipato a un corteo di protesta il giorno dopo.

Un docente di un istituto agrario di Ascoli Piceno non ha avuto remore a commemorare i centoventinove anni che avrebbe compiuto Hitler lo scorso 20 aprile. Qualcuno l’ha fatto notare e il post è stato cancellato. Intanto…

E’stato appena eletto come presidente della Regione che viene indicata come la più avanzata del Paese, un candidato che ha messo in guardia dai flussi migratori perché metterebbero a rischio “la nostra etnia, la nostra razza bianca”. Il suddetto ha scomodato impunemente persino la Costituzione per scusarsi subito dopo (con quale convinzione?).

Un quotidiano nazionale, come ci ha ben ricordato Gad Lerner, nella prima puntata della sua nuova trasmissione “La difesa della razza”, ha potuto dedicare la sua prima pagina a “Mussolini uomo dell’anno” e come testimoniano le interviste realizzate dal conduttore, c’è chi lo rimpiange senza pudore. Del resto la scelta di proporre una trasmissione dedicata alle diverse forme del razzismo contemporaneo sul servizio pubblico in prima serata non è certo casuale.

Un Presidente della Repubblica di solito parco nelle dichiarazioni, è stato costretto a ricordare che le leggi razziali e l’entrata in guerra non furono “due gravi errori” del fascismo: “Razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile conseguenza”.

Il Comune di Todi non sosterrà la manifestazione indetta dall’Anpi per il 25 aprile perché “sarebbe una manifestazione di parte”. Mentre ancora una volta, sembra, a Roma non sarà possibile riunire nella stessa piazza la comunità ebraica e quella palestinese.

Sono solo le cronache più recenti ma bastano a ricordarci che il 25 aprile è un giorno di liberazione da vivere pensando al passato per guardare al futuro.