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Il vescovo, l’acqua e le miniere

Un vescovo che difende il diritto del suo popolo a vivere in un ambiente sano. L’acqua preziosa dell’Honduras. E le miniere che la avvelenano. Réportage dalla Carovana dell’acqua in Centro America

Sveglia ore 7 partenza 7.30….Niente caffè, per la Carovana dell’acqua. Lungo la strada di montagna che dall’Honduras va verso la frontiera guatemalteca, passate le 10, si arriva in un luogo tranquillo. C’è una terrazza di legno con tavoli e due uomini. Uno, alto e massiccio, ha una camicia bianca con una grossa croce, una barbetta al mento e un bel sorriso sopra. Quello con la camicia bianca è il vescovo. La Carovana si siede, rumorosamente.

“Ho parlato con il papa – dice Luis Alfonso Santos, vescovo di santa Barbara, parlando in italiano – Sono stato in Italia in seminario, prima a Torino e poi a Roma dove nel 1965 Paolo sesto mi ha ordinato sacerdote. Vent’anni dopo sono vescovo, con Giovanni Paolo…. Il papa mi ha ascoltato per 10 minuti, perché lui è un intellettuale studioso e prende tutto sul serio. Quel che non ha fatto il cardinale, Gianbattista Re, il nunzio apostolico, che mi ha accusato presso il Vaticano. Siccome avevo letto la vita di monsignor Romero, me lo aspettavo… Io sono amico di Ratzinger. 21 anni fa, nel 1987 siamo stati assieme nel Sinodo per i laici. Trenta giorni insieme, studiando: io rappresentavo l’Honduras. Così ho detto al papa: ‘non siamo un paese povero. Abbiamo tutto qui”. Voi del resto lo potete vedere, è tutto verde e in questa parte dell’Honduras. E poi abbiamo molte miniere di ferro, oro, argento, cadmio, zinco, ecc. E, anche l’uranio, dicevano. E poi c’è l’aria, l’acqua. Quattro volte più acqua della Spagna, tanto più grande. Io sto facendo molto lavoro per mantenere la foresta, che i grossi imprenditori tagliano, per far quattrini. E qui sono stati gli italiani. Sono loro quelli che hanno impiantato grosse segherie; i cubani, prima di Fidel Castro; e gli Stati uniti d’America. Un po’ ne abbiamo ancora e possiamo fare qualcosa. Da parte sua, l’ambasciatore di Spagna ha detto, io l’ho sentito: noi vogliamo aiutare Honduras, ma Honduras deve mettere le telecomunicazioni nel libero mercato. E ora Zelaya…, il presidente di Honduras, non a caso ha messo al libero mercato le telecomunicazioni e sono entrate grosse imprese. Parecchie compagnie. Ora se volete fare qualche domanda, perché come diceva Helder Camera, noi vecchi parliamo troppo”..

Volevamo capire qualcosa di più di questo vostro presidente. Il presidente è stato molto gentile nell’incontro con noi…

Ma si capisce…

E sulla questione dell’acqua, quando abbiamo dichiarato di essere qui per promuovere il diritto all’acqua che è un bene comune e non deve essere privatizzato….

Un diritto fondamentale, l’acqua è un diritto fondamentale.

Lui ha detto di condividere pienamente. Però c’è la questione delle municipalizzazioni, lui ha detto che queste per noi possono essere grandi alleati. I movimenti sono contrari perché dicono che in questo modo si apre la porta alla privatizzazione. D’altro canto pare che il presidente qualcosa di buono lo abbia fatto, dandosi molto da fare in occasione delle inondazioni

Ah.

Insomma un giudizio non completamente negativo…

Abbiamo tre ferite di pallottole in corpo, ed erano di fucile e non di pistola. Non me le sono fatte da solo, ma la polizia nazionale contro di me. Ero vestito da vescovo, perché volevo che tutti contadini sapessero che il vescovo era con loro. E’ stato alla sella Mayor che hanno sparato, il 17 luglio dell’anno scorso. Non siamo contro gli imprenditori, se sono giusti, ma siamo contro le miniere, perché usano cianuro che è micidiale. E’ il gas che usavano i tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Hanno versato 29 milioni di galloni, nel fiume da cui i contadini traevano l’acqua per bere e lo hanno fatto parecchie volte. Non so se qualcuno di voi ha studiato filosofia greca. Avete studiato i sofisti? Quelli che erano capaci di farvi credere che adesso è ora di cena; oppure di farvi capire che non sono le 9,30 ma sono le sei del mattino. Questo è un sofista. Questo è il presidente dell’Honduras. E’ andato in Spagna a parlare di ambiente e qua da noi ha mandato la polizia perché stavamo difendendo l’ambiente. E’ un’altra cosa. Per voi che siete italiani, che siete biondi…è un’altra cosa. Fare bene, essere educati, ecc. ma è tutta un’altra storia con i contadini. I poveri che muoiono non importano ai politici nostri. Ho parlato con il nunzio apostolico, Antonio Arcari e gli ho detto: ‘Non posso come vescovo tacere di fronte alla corruzione pubblica e privata che c’è nell’Honduras’ e lui mi ha risposto: ‘anche in Italia c’è corruzione’. Ma io non vivo in Italia e non sono italiano… Se i vescovi d’Italia non dicono niente, è un problema loro…Io sono nato in Honduras e sono vescovo qui e sto con la gente povera, nei villaggi. Tutti i politici sono menzogneri, se ne sbattono dei poveri. Quanto guadagna il presidente dell’Honduras? Più di seimila, diecimila dollari al mese. Finché avrà vita, avrà questo trattamento. Non è possibile. Fanno tacere, a me non fanno parlare, Radio America per esempio, a livello nazionale. I giornali, se non paghi, non fai niente. Duemila dollari per un pezzettino in pagina nel giornale “La Prensa” di S. Pedro Sula. La Tv mi farebbe delle interviste, ma se non parlo di politica non sono interessati. Per la politica c’è denaro alla tv, per i poveri non c’è denaro. Per l’educazione, non ci sono mezzi di comunicazione perché noi dobbiamo pagare lo spazio, a Tegucigalpa. Io ho fondato in Honduras l’Educación no formal per i ragazzi più poveri. Sono scalzi, non vanno alla scuola e allora li prendiamo più grandi e abbiamo l’avviamento al lavoro. Ci sarebbe la scuola elementare che lo stato ha l’obbligo di pagare, ma non paga. E così rimangono fuori dal primo grado131 mila bambini che vengono esclusi. In cinque anni, perché in Honduras il 75% di quanti entrano alla scuola di elementare, non ci sono più all’uscita.

Se fossimo informati degli scontri con i poveri potremmo far qualcosa. Il giorno dopo lo saprebbero tutti, e la presidenza, ci par di capire, è sensibile, a tali argomenti.

Mi rallegro che registriate quello che sto dicendo perché voglio che rimanga. Per esempio, nel caso dei paesi europei l’aiuto non arriva ai poveri. Il 90% del denaro diretto all’istruzione lo prendono gli impiegati del ministero dell’educazione e soltanto il 10% va ai ragazzi delle scuole. Capite? Gli edifici sono malridotti e non ci sono scuole perché tutto va in salari per i maestri e gli impiegati del ministero. Sono stato direttore di un collegio cattolico e per questo conosco l’argomento. Il 77% dell’insegnamento superiore è in mano agli imprenditori. Helden school, American school, anche scuole spagnole a prezzo migliore. E poi lo stato non finanza l’educazione anche se nella Costituzione della repubblica l’articolo 151 dice che è una funzione speciale dello stato, l’educazione. Ovviamente deve lasciare il servizio agli europei perché quelli mettono i soldi. Ma i soldi non arrivano ai poveri.

La carovana riguarda l’acqua. Vorremmo capire: qui non c’è un problema di mancanza di acqua ma di qualità. Lei parlava di inquinamento per via dei metalli.

Metalli preziosi: argento, oro, c’è anche una miniera e un piccolo fiume che la gente chiama fiume Cianuro, perché la compagnia ha sempre versato tutto il rifiuto della miniera.

Anche il fiume che divide Honduras e Guatemala è inquinato.

C’è di tutto, è una fogna a cielo aperto. Poi la pioggia porta tutto nelle falde. Una grande miniera che si chiama Maverick, canadese, con la direzione a Vancouver, voleva fare una miniera a 2.100 metri di altitudine. La montagna è El Tortillo è la riserva degli indiani Quisaiote e due battaglioni dell’esercito, il sette e l’undici sono arrivati lì. Io parlavo con il viceministro al telefono. Gli ho detto che qui la gente ha ragione. Quelli che hanno progettato questa miniera, questa concessione, hanno violato la Costituzione del paese e anche un Decreto legge dell’87 che dice che non si può mettere né agricoltura, né bestiame, né miniere a quell’altezza perché da lì dipende l’acqua di 25.000 persone. Ci siamo difesi e ci sono dei filmati su questo avvenimento. La gente non si è mossa: 40 ore giorno e notte sulla strada, con l’appoggio di tutti i paesi di quella zona Io stavo con loro. Sei sindaci erano lì e allora il presidente di allora, Ricardo Maduro, ha inviato la ministra. Questa ministra adesso sta fuggendo, perché riceveva dollari per le concessioni minerarie. Quando è salito al potere Manuel Zelaya, lei, con i figli, è andata negli Usa. E non ritorna nel paese perché rischia l’incriminazione….Sono fiumi grossi i nostri, che cominciano a duemila metri. Qui la catena continentale va da ovest a est. I fiumi del sud vanno al Pacifico, quelli del nord, all’Atlantico. Si potrebbe ricavare energia elettrica. L’Italia, ho detto spesso, ha un’energia pulita perché ha le montagne, l’acqua. Loro, gli italiani fanno questo. L’Italia aveva offerto all’Honduras di fare qua una diga, ma i “Poderosi”, per dare danaro a certi imprenditori arabi, hanno fatto un contratto per l’uso del diesel. Va bene i contratti, ma queste imprese hanno già guadagnato più di cento milioni di dollari, e il paese, tutti noi, stiamo pagando l’energia elettrica molto cara, prodotta con il diesel e adesso che il petrolio è più caro… Avendo fiumi e montagne, avendo la capacità di farci da noi le nostre dighe, si potrebbe fare altrimenti…. ma in Honduras si fanno le cose per favorire e per dar denaro a quelli che ne hanno già di più. Adesso, questo Micheletti, presidente del parlamento, ha fatto il possibile per attribuire gli stessi vantaggi a quelli che mettono dighe per l’energia elettrica che valgono per quelli delle miniere. Non pagano tasse d’importazione né di esportazione, e neppure l’imposta sul reddito. In Honduras, con tanta gente che non sa nemmeno leggere, di 7 milioni di honduregni che siamo, cinque sono poveri e due milioni e mezzo sono indigenti.

Non capiamo la sua posizione sulle dighe….E’ positiva o negativa?

Positiva, positiva.

A prescindere…

Per produrre l’energia elettrica ma anche perché siamo un paese subtropicale. Piove molto, il fiume s’ingrossa e dopo pochi giorni non c’è più niente. Se ci fossero le dighe ci sarebbe più acqua disponibile. Per tutti.

Le imprese italiane sono anche nelle miniere?

No, gli italiani non sono forti sulle miniere; solo sul legname. Volevano venire, in relazione all’apertura di Micheletti, ma non si è fatto niente. Adesso parlano dell’oro ecologico. Secondo loro si può fare senza contaminazione, ma non è vero. Non possono ingannare la verità.

Il paese ha bisogno di elettricità, ma a volta le dighe sono causa di spostamenti di popolazione e soprattutto le imprese, dopo, privatizzano quell’acqua; più che la diga, conta il modo in cui è costruita.

D’accordo. Ma non c’è pericolo in Honduras. Quello che chiamiamo Rio Negro, Fiume Nero, scende in pochi chilometri da 1.800 metri a 600 sopra il livello del mare. Lì si può fare una diga. Non abitano persone lì, non ci sono case, è molto facile farla, anch’io la saprei fare.

Grazie mille, adesso anche lei deve tornare al suo lavoro…

No! Io parlerei anche tutto il giorno. Siete voi che dovete andare.

Cos’è la Carovana dell’acqua. La Carovana a sostegno delle azioni di mobilitazione dei Movimenti e delle comunità di base dei paesi del Centro America è un progetto promosso dal Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull’acqua (Cicma), CEVI, CIPSI, ACRA, COSPE, Mani Tese, Legambiente, Associazione Italia-Cuscatlan, Associazione Sant’Angelo Solidale, Associazione Culturale Punto Rosso, Abruzzo Social Forum, Casa per la Pace di Milano, Gruppo Transcultura Donna.

La Carovana è composta da rappresentanti del comitato promotore e di organizzazioni italiane ed europee che sono impegnate, in Europa ed nei paesi del Sud, a difesa del diritto all’acqua, assieme a Parlamentari italiani ed europei, da rappresentanti di istituzioni ed aziende pubbliche che realizzano attività di cooperazione internazionale sull’acqua e condividono i principi del Manifesto per il Contratto Mondiale sull’acqua.

Questa intervista. Il colloquio del gruppo della Carovana dell’Acqua con il vescovo Luis Alfonso Santos qui riportato si è svolto il 15 novembre del 2008, ed è stata una delle tappe del viaggio della Carovana nei paesi del Centro America. Il vescovo è stato minacciato di morte per essersi schierato dalla parte di coloro che stanno difendendo il diritto a vivere in un ambiente dove l’acqua è avvelenata