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Def 2017: molta retorica, poche certezze

Il DEF 2017 si caratterizza per un infondato ottimismo sull’andamento della situazione economica nel paese, l’assenza di una politica economica capace di rilanciare crescita e occupazione, e una continuità sostanziale delle politiche di austerità. L’audizione di Sbilanciamoci al Senato martedì 18 aprile

Pasticciato, vago e incoerente: questo in sintesi il giudizio di Sbilanciamoci! sul Def 2017 che ha partecipato alle audizioni aperte martedì 18 aprile in Senato sul Documento di Economia e Finanza 2017. “Ottimismo infondato sull’andamento della situazione economica del nostro paese, assenza di una politica economica capace di rilanciare crescita e occupazione, incertezze sulla copertura della spesa, mancanza di dettagli sull’ennesima fase di spending review annunciata dal Governo, introduzione parzialissima, inadeguata e strumentale del Bes nel Def 2017, continuità sostanziale dell’approccio di bilancio fondato sulle politiche di austerità e sul pareggio e le risorse che dovrebbero reintegrare i fondi sociali tagliati dopo l’accordo Stato regioni non ci sono”. Questi i principali passaggi dell’intervento della portavoce della campagna che ha ricordato il lungo impegno di Sbilanciamoci! nell’elaborazione di indicatori di qualità dello sviluppo alternativi al Pil e ha espresso sconcerto per le modalità con le quali il Bes è stato introdotto in via sperimentale nel Def 2017: 4 indicatori su 130, simulazioni discutibili che secondo il Governo attesterebbero una diminuzione della diseguaglianza.

Il Governo dedica un intero paragrafo all’Europa dichiarando di impegnarsi per una riforma delle politiche e delle istituzioni europee ma tace sul fiscal compact, si sofferma solo sulle migrazioni rivendicando l’approccio sicuritario che attraversa i due decreti su immigrazione e sicurezza recentemente convertiti in legge e firma una dichiarazione come quella del 25 marzo che affida il futuro dell’Europa alle armi.

Il Reddito di Inclusione, indubbiamente una misura significativa dopo anni di disinvestimento nelle politiche sociali, date le risorse assegnate e i requisiti di accesso previsti assicurerà un sostegno solo a un quarto delle famiglie italiane che si trovano in condizioni di povertà.

Tra le proposte avanzate dalla campagna:

Bes: ampliare il numero di indicatori BES utilizzati per valutare l’andamento delle politiche pubbliche e prevedere che al monitoraggio del Mef si affianchi quello di organismi indipendenti dall’esecutivo. Tra gli indicatori utilizzabili vi sono la speranza di vita o le cause di morte, i livelli di istruzione, gli abbandoni scolastici e l’accesso all’università, l’incidenza di lavoratori con bassa paga, il tasso di povertà, la cura del paesaggio e la cementificazione del territorio, le aree a rischio idrogeologico o quelle protette, la spesa in ricerca e sviluppo, l’accessibilità dei servizi sociali.

Target Europa 2020. Aumentare l’informazione e la trasparenza della situazione economica e sociale italiana rapportando ai Target di Europa 2020 gli ultimi dati statistici ufficiali disponibili almeno sinché non sarà garantito un più esaustivo e corretto utilizzo degli indicatori BES.

Finanza pubblica: Sbilanciamoci! chiede al Governo di mettere in discussione in sede europea le politiche di austerità e il principio del pareggio di bilancio. In ogni caso Sbilanciamoci! chiede di non considerare ai fini del raggiungimento degli obiettivi di bilancio la spesa sociale.

 

Scarica qui le Note inviate alla Commissione Bilancio del Senato

Per i dettagli sul complesso delle proposte elaborate dalla campagna a partire dall’analisi della Legge di Stabilità 2017 rinviamo al Rapporto Sbilanciamoci! 2017 consultabile qui: http://controfinanziaria.sbilanciamoci.org/