Dalla deriva economica al boom delle spese militari, il punto sulla situazione e sulle prospettive dell’economia e della politica tedesca, non certo brillanti, che influenzano anche altri Paesi Ue, in primis l’Italia.

Dalla deriva economica al boom delle spese militari, il punto sulla situazione e sulle prospettive dell’economia e della politica tedesca, non certo brillanti, che influenzano anche altri Paesi Ue, in primis l’Italia.
In Italia non si sono sviluppate come in altri Paesi europei prestigiose scuole di management, complice un sistema produttivo imperniato non su grandi imprese, ma recentemente un libro di ricercatori milanesi coglie molti punti rilevanti del nuovo scenario.
Possono sopravvivere in Europa l’auto, l’acciaio, la meccanica, la chimica? Anche quest’ultimo settore è in forte contrazione mentre avanza in Cina e nel Golfo. Le classi dirigenti economiche, finanziarie e politiche del nostro continente non sembrano in grado di scelte strategiche e si rifugiano nel business delle armi.
L’affermazione dell’auto elettrica e l’avanzamento a grandi passi di quella a guida autonoma hanno stravolto nel volgere di pochi anni la geografia industriale e tecnologica del settore auto, con il primato dei produttori cinesi e dei mercati asiatici. Sette punti per capire cosa sta accadendo.
Dalle roboanti dichiarazioni di Trump e da quelle, più chiare, del suo segretario di Stato, Marco Rubio, si capisce che lo spauracchio degli Stati Uniti è la crescita di importanza commerciale e imprenditoriale della Cina in America Latina. Due in particolare i paesi nel mirino: Messico e Argentina.
Gli investimenti stranieri in Cina, dopo il picco del ’22, stanno calando, disincentivati dalle politiche Usa. Con il Trump 2 si teme una nuova stretta. Molte imprese americane e di paesi alleati sono chiamate a disinvestire dalla Cina. E il più grande mercato al mondo si riorganizza.
Dalla Volkswagen a Stellantis, la profonda crisi dell’auto europea ci interroga sul destino di quello che è stato sino ad oggi l’asse portante dell’industria del Vecchio continente. I dazi e i propositi di allentare i vincoli ambientali non ne freneranno la caduta.
Esistono stime contraddittorie sul potenziale economico dell’Intelligenza Artificiale, che abbisogna di grandissimi investimenti. Secondo i Nobel Acemoglu e Johnson anche i riflessi sul Pil mondiale saranno scarsi. Con impatto devastante sull’ambiente.
Prima dell’IA l’automazione interessava per lo più gli operai, ora ciò che ci aspetta potrebbe rivelarsi uno tsunami. In più si allargano gli spazi per le élite tecnologiche, per le disuguaglianze, la disinformazione e il controllo. Gli studi dei Nobel Acemoglu e Johnson.
Gli Stati Uniti aumentano la pressione sui paesi alleati per contenere l’espansione economica della Cina, in particolare con la politica dei dazi sull’auto elettrica e non solo. Ma in Germania, Spagna e altri paesi questa guerra commerciale inizia a incontrare resistenze crescenti.