L’intervento di Sbilanciamoci! nel corso dell’audizione parlamentare sul DEF che si è tenuta lunedì 15 aprile presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
“Un documento reticente e interlocutorio”. È questa la chiave interpretativa utilizzata dalla Campagna Sbilanciamoci! nella lettura e nella valutazione del Documento di Economia e Finanza 2019; ed è questo il titolo del testo che Sbilanciamoci! ha presentato nel corso dell’audizione parlamentare sul DEF che si è tenuta lunedì 15 aprile presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
Un documento “interlocutorio”, perché su alcuni temi cruciali del dibattito politico ed economico di questa legislatura – dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia all’introduzione della flat tax – il Governo con il DEF 2019 nicchia, limitandosi a prese di posizioni generiche e rinviando di fatti a successivi provvedimenti e appuntamenti (come la prossima Legge di Bilancio) la deliberazione su tali questioni.
Un documento “reticente”, perché su altri temi altrettanto importanti e urgenti – dalla lotta all’evasione e alle diseguaglianze al nodo del Mezzogiorno, dalle politiche industriali a quelle ambientali e del lavoro – il Governo non si esprime, se non in modo flebile e contraddittorio.
E “reticente” il DEF lo è di sicuro, quando, pur fotografando le tendenze preoccupanti dell’attuale fase dell’economia italiana – crescita zero (0,2%), aumento del debito pubblico (132,8%) e del rapporto Deficit-PIL (al 2,4%), stasi dell’occupazione (sopra l’11%), calo degli investimenti, decrescita dei consumi interni, difficoltà dell’export, incremento della spesa per interessi (3,6%), pressione fiscale di fatto inalterata (42,0%) – non affronta le cause di questa crisi, ma sembra anzi volerla perpetrare con l’adozione di scelte già dimostratesi fallimentari o inconcludenti: politiche fiscali di segno regressivo e sgravi indiscriminati alle imprese su tutte.
Ed è altrettanto significativo il fatto che, all’attestazione nel DEF 2019 del calo della spesa pubblica per istruzione, sanità e cooperazione allo sviluppo, il Governo non spenda una parola per spiegare come invertire la rotta (ammesso e non concesso che su questi temi l’esecutivo abbia la volontà politica di farlo…).
Sbilanciamoci! propone invece un cambio radicale di paradigma per uscire dalla crisi, invertendo appunto la rotta.
Si tratta innanzitutto di recuperare ingenti risorse con una politica fiscale progressiva, con la tassazione della speculazione finanziaria e dei giganti del web, con la dismissione dell’insensato e costosissimo acquisto dei cacciabombardieri F-35, con l’abolizione dei sussidi ambientalmente dannosi e con la rinuncia alla realizzazione di grandi opere inutili a cominciare dal TAV.
E poi occorre investire risorse altrettanto ingenti su un piano straordinario di investimenti pubblici e per il lavoro, sull’avvio di migliaia di piccole opere di manutenzione dei territori, riqualificazione delle periferie e prevenzione del dissesto idrogeologico, sul rilancio del welfare, della sanità e dell’istruzione pubbliche.
Sarebbe servito insomma un DEF 2019 risoluto e ambizioso. Esattamente il contrario del documento reticente e interlocutorio che sta per essere approvato in Parlamento.
Per chi volesse approfondire, qui il link al documento.