Le spese militari crescono a 1.739 miliardi di dollari, pari al 2,2% del Pil mondiale. Pesante riarmo soprattutto di Arabia Saudita, Francia e Cina. Il rapporto del Sipri www.il manifesto. it
L’orologio della guerra, la celebre timeline del Doomsday Clock, che segna il cronometro che ci separa dell’apocalisse atomica, bellica o climatica, fissata dagli scienziati dell’Università di Chicago segnala che nel 2016 la lancetta era distante tre minuti dalla «mezzanotte» cioè dalla fine del mondo, nel 2017 si era spostata a due minuti e mezzo e nel 2018 è andata ulteriormente avanti, a due minuti dal disastro.
Più o meno lo stesso andamento della spesa mondiale per gli armamenti e i sistemi d’arma, sempre più tecnologici e sempre più automatizzati, tanto che adesso si sperimentano droni bellici a riconoscimento facciale, micro soldati-robot.
Il rapporto 2018 del Sipri, cioè dello Stockholm international Peace Research Institute, pubblicato ieri, segnala come il Medioriente (+ 6,2% di spesa la regione, + 19 l’Iran e + 22% l’Iraq) sia il vero pozzo di San Patrizio per le industrie armiere anche in questa fase di ribassi dei prezzi petroliferi.
Mil€x 2018 – Secondo rapporto annuale sulla spesa militare italiana