La lezione del Coronavirus deve essere appresa, portando a più investimenti in sanità, redditi, coesione sociale e tutela dell’ambiente, e non all’ennesima svendita del Principio di precauzione e degli standard UE, come nei peggiori paradigmi di Shock economy. Lo studio della Campagna Stop TTIP.
Trattati Virali è il nuovo rapporto della Campagna Stop TTIP Italia, a cui Sbilanciamoci! aderisce, che mette in chiaro le ragioni per cui il nuovo TTIP e gli altri accordi commerciali stanno indebolendo il principio di precauzione e mettono a rischio cibo e salute.
Quella proposta nel Rapporto – il sui sottotitolo è “Perché il nuovo TTIP e i trattati di liberalizzazione commerciale indeboliscono il principio di precauzione e mettono a rischio il nostro cibo e la nostra salute” – è una disamina ragionata sui nessi fra politiche commerciali e rischi per la salute e la sicurezza alimentare.
Il Rapporto, redatto da Monica Di Sisto, parte dagli ultimissimi dati delle Nazioni Unite, che disegnano un quadro preoccupante per l’economia mondiale dopo gli impatti del Coronavirus. Proprio gli esperti dell’UNCTAD (la conferenza ONU per il commercio e lo sviluppo) propongono una decisa revisione del modello economico e commerciale dominante, per tutelare il diritto alla salute dei cittadini ed evitare crisi economiche scatenate dalle pandemie.
Alla luce di questo quadro politico ed economico, la campagna Stop TTIP Italia chiede che:
- l’Italia ottenga una moratoria di tutti i trattati commerciali in corso da parte UE fino a che non si sia fatta una approfondita valutazione dei loro impatti sulla nostra salute, sull’ambiente, sui diritti dei lavoratori e sul mercato interno;
- che il TTIP venga respinto al mittente, cioè a Donald Trump: negazionista dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici che non sta facendo la sua parte per arginare la diffusione del Coronavirus, mentre l’Italia paga in contanti e a caro prezzo la sua scelta interventista e rischia di trovarsi a competere in condizioni di svantaggio con le merci statunitensi sia in Italia, sia nel mercato europeo sia in quello Usa;
- che la lezione del Coronavirus venga assorbita fino in fondo, e per questo, come indicano autorevoli agenzie delle Nazioni Unite, si traduca in più investimenti in sanità, redditi, coesione sociale e tutela dell’ambiente, e non nell’ennesima occasione di speculazione e svendita del Principio di precauzione e degli standard UE, come nei peggiori paradigmi di shock economy.