Intervista a Steve Bannon, ideologo del movimento Maga, che parla di epurazioni e di decostruzione dello Stato amministrativo, di taglio dei fondi per l’Ucraina e di Giorgia Meloni. Da Il Corriere della Sera

Intervista a Steve Bannon, ideologo del movimento Maga, che parla di epurazioni e di decostruzione dello Stato amministrativo, di taglio dei fondi per l’Ucraina e di Giorgia Meloni. Da Il Corriere della Sera
Mohammed bin Salman warns Israel against hitting Islamic Republic, marking turn toward Tehran and away from US-supported normalization with Jerusalem. Da The Times of Israel
La moglie dell’anarchico Giuseppe Pinelli aveva 96 anni. Si è battuta tutta la vita per la verità sulla morte di Pino, accusato ingiustamente della strage di piazza Fontana. Da La Stampa
The veteran Vermont senator, in the scathing letter posted the day after the election, blasted the Dems for “abandoning” the working class and seemingly acting surprised they didn’t show up at the polling booths. Da The Independent
Nel 2020, solo un quinto degli elettori affermava che la situazione era peggiore rispetto a quattro anni prima. Quest’anno, quasi la metà degli elettori afferma di stare peggio rispetto a quattro anni fa. Il clamoroso caso degli elettori ispanici. Da Aspen online
L’insegnante e scrittore Christian Raimo è stato sospeso per tre mesi dall’insegnamento al 50% dello stipendio, per aver criticato il Ministro Giuseppe Valditara. Ricevuta la notizia studentesse e studenti del liceo Archimede dove Raimo insegna hanno deciso di mobilitarsi. Da Fanpage
La “coalizione semaforo” del cancelliere Scholz sembra al termine dopo che il ministro delle Finanze, Christian Lindner ha annunciato una politica economica di austerità dopo due anni di recessione della Germania. Da Il Fatto
Audizione in commissioni Bilancio riunite della Fondazione Gimbe, Cartabellotta: mancano 19 miliardi per risollevare il Servizio sanitario nazionale da qui al 2030. Le proposte. Da La Stampa
Une avalanche autoritaire, suprémaciste et réactionnaire, qui comblera Le Pen, Orbán, Poutine et Nétanyahou. Ou bien la continuation d’un empire néolibéral malade de ses inégalités, hanté par les bombes américaines sur Gaza. Voici le choix qui se présente aux électeurs états-uniens. Da Mediapart
“Le scelte del governo sono sempre meno legate all’industria civile e a comparti come l’auto e sempre di più all’industria delle armi. Ma le ricerche condotte dall’Osservatorio Milex insieme alla campagna Sbilanciamoci! e a Greenpeace dimostrano che la spesa militare ha meno ritorni economici e di occupazione”. Da Il Fatto quotidiano