Per ricordare Francesco Ciafaloni, scomparso qualche giorno fa, ripubblichiamo un suo articolo su “Politica ed economia” del dicembre 1994 sul sindacato e la rappresentanza del lavoro, e un ricordo di Guglielmo Ragozzino.

Per ricordare Francesco Ciafaloni, scomparso qualche giorno fa, ripubblichiamo un suo articolo su “Politica ed economia” del dicembre 1994 sul sindacato e la rappresentanza del lavoro, e un ricordo di Guglielmo Ragozzino.
È stato un perfetto esempio del dialogo tra scienziati e letterati. Fu anche un prezioso collaboratore per le riviste della nuova sinistra, e operò attivamente all’interno del sindacato torinese, a cui si era accostato al tempo dell’inchiesta operaia dei «Quaderni rossi» di Panzieri.
Intervista a Dario Guarascio, professore al dipartimento di Economia e Diritto all’università La Sapienza di Roma, che analizza le conseguenze economiche che potrebbero avere i referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno. Da Fanpage.it
Intervista a Gregory Osovyi, segretario della confederazione sindacale ucraina Fpu in arresto ai domiciliari da circa un mese, è accusato di vendita di immobili ereditati dal sindacato dall’epoca sovietica e rivendicati. dallo Stato. Dice: “Il governo fa riforme semper più liberiste, i lavoratori hanno i salari più bassi d’Europa e i sindacati sono vessati e […]
Il volume a cura di Rinaldo Evangelista e Lia Pacelli ricostruisce le dinamiche del mercato del lavoro italiano in Italia che ha portato a una estrema fragilità occupazionale e a una compressione salariale inseguendo una fallace strategia competitiva.
L’Italia – in particolare nel settore manifatturiero a medio-bassa tecnologia e nella filiera dell’energia importata – dovrà convivere con un’inflazione alla produzione più alta della media europea per anni. Serve una norma che colleghi i salari all’inflazione alla produzione, e non a quella importata.
Un altro Perché Sì al referendum: contro la mafia che si annida nei subappalti a catena. Intervista allo storico delle mafie Enzo Ciconte su Mattarella, le deroghe di Salvini, Saviano, Meloni, i porti, Trump e le grandi opere come il fantomatico Ponte di Messina.
La demercificazione del lavoro è sempre andata insieme alla democratizzazione della società. Per questo la battaglia dei referendum lanciata dalla Cgil è soprattutto una battaglia di democrazia, contro l’abulia della crisi della partecipazione. L’analisi della fondazione Di Vittorio sugli effetti del Jobs Act.
Lavoro povero e declino economico: è questa la fotografia del Paese che emerge dal Rapporto annuale Istat. Ma non è avvenuto per caso, piuttosto da trent’anni di politiche che hanno peggiorato le condizioni di lavoro. I referendum dell’8 e 9 giugno sono l’occasione per cancellare alcune di queste politiche.
Oggi l’85% delle attivazioni di rapporti di lavoro è costituita da contratti a tempo determinato, nel 35% dei casi si tratta di lavori con durata effettiva inferiore ai 30 giorni, per 1,5 milioni di contratti di un solo giorno. La precarietà colpisce soprattutto le donne e il Sud.