Coalizioni sociali/Se i movimenti del 2012 erano quelli dei precari, negli anni seguenti a scendere in piazza è stata la classe impoverita
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Lo spazio dei movimenti
Coalizioni sociali/Da Blockupy a Podemos, i movimenti contro l’austerità passano dall’antagonismo di piazza a quello istituzionale. Tra la strategia di unità a sinistra e quella populista, si affaccia la terza via di Syriza. E a Tunisi si rivede il vecchio altermondialismo
59. Coalizioni sociali
Pdf n.59:
Le nuove sfide del social forum
Coalizioni sociali/A Tunisi 60 mila attivisti e 4.500 organizzazioni di fronte alla minaccia del terrorismo globale
Una giornata europea per la Grecia
Coalizioni sociali/I tempi sono maturi per convocare una manifestazione in solidarietà con la battaglia di Atene per cambiare la Ue
Primavera europea, un altro passo avanti
Coalizioni sociali/Dalle proteste anti-Bce Francoforte fino a Berlino, per portare la disobbedienza civile nel cuore delVEuropa. E lanciare un messaggio alla Germania
La crisi del benessere
Il sistema economico non produce tutta la felicità e il benessere che vorremmo. L’Italia ha fatto importanti passi avanti in questa direzione costruendo con un processo partecipato dal basso il sistema di indicatori del Bes. Ma il problema non è solo quello di costruire statistiche quanto quello di utilizzarle nelle scelte politico-economiche
Il sistema attuale ha senso solo per l’1% più ricco
Politica e alternative. Una recensione dell’ultimo libro di David Harvey, “Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo”, uscito in Italia per Feltrinelli
Un Workers Act per uscire dalla crisi
Workers act/Un progetto di politica per il lavoro, che si articoli lungo tre assi: attivazione di lavori concreti, riduzione dell’orario di lavoro e un welfare universalistico. Perchè quello di cui c’è bisogno è l’esigenza che di garantire a tutti un’attività che assicuri una prospettiva di lavoro e di vita dignitosa
La Prima internazionale e i sindacati
“Il contratto tra capitale e lavoro non può mai venir stabilito su il solo potere sociale che possiedono gli operai è il loro numero”. Una rilettura dalla Terza Internazionale