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Repressione e ricerca. Incontro il 4 novembre

Dalla Turchia all’Egitto e alla Russia, e recentemente anche in Italia, la libertà accademica sembra essere in pericolo in tutto il mondo. Un incontro a Firenze il 4 novembre per discuterne

Se la repressione da parte dello stato nei confronti di ricercatori e accademici è sempre esistita, oggi la libertà accademica sembra essere particolarmente in pericolo in tutto il mondo. In Turchia, migliaia di studenti, professori e ricercatori sono vittime di una vera e propria persecuzione giudiziaria per aver firmato una lettera aperta contro l’intervento militare del governo turco nelle regioni curde del paese. In Egitto, il colpo di stato militare del luglio 2013 ha scatenato un’ondata repressiva contro accademici e ricercatori sospettati di simpatie con sindacati, movimenti studenteschi e i Fratelli Musulmani. In Russia, diversi istituti di ricerca sono stati chiusi con l’accusa di ospitare agenti stranieri, mentre in Italia una ricercatrice è stato condannata per “complicità morale” con i reati perpetrati dal movimento sociale che ha studiato nella sua tesi di laurea. Di recente, anche in Italia, anche la ricerca scientifica sembra essere rischiosa, come indica la condanna di una studiosa del movimento No Tav.

In genere, un crescente autoritarismo, unito a nuove forme di sorveglianza e di repressione rese possibili dall’abbondanza di dati, rende la posizione dei ricercatori impegnati su questioni sensibili sempre più pericolosa. Allo stesso tempo, repressione e sorveglianza devono indurre ad una ulteriore riflessione sulla responsabilità di studiosi e ricercatori rispetto ai dati personali che raccolgono, all’anonimità e riservatezza delle fonti e alla sicurezza degli intervistati. La riflessione sul nostro ruolo di ricercatrici e ricercatori, in un momento di crescente restringimento della libertà accademica, è importantissima da punto di vista civile, politico e accademico. È importante trovare modi per aiutare chi è maggiormente esposto a questa repressione, ma anche ragionare su come difendere la nostra integrità di studiosi, come realizzare i principi etici che dovrebbero essere alla base del nostro lavoro. Come studiosi di movimenti sociali sappiamo che spesso, ai cicli di protesta seguono momenti di cambiamento, ma anche di resistenza al cambiamento. Questa chiusura di spazi di libertà di ricerca si presenta con maggiore gravità per studiosi di alcuni paesi, ma anche per studiosi di alcune tematiche e per chi usa alcune metodologie. Per quanto riguarda le aree geografiche maggiormente colpite, è molto grave che la repressione sia fortissima in regimi (come quelli che si sono affermati in Egitto o in Turchia) che i nostri governi si ostinano a considerare amici. Per quanto riguarda le tematiche, soprattutto la ricerca su alcuni paesi e su alcuni attori (come i movimenti sociali) è sottoposta a limiti crescenti. Per quanto riguarda le metodologie, la ricerca con metodi qualitativi “sul campo” è sottoposta a crescenti pressioni. In queste situazioni, il rischio, comune per tutte e tutti è una riduzione della ricchezza del sapere. In questo contesto, è importante che si moltiplichino le iniziative di condivisioni e approfondimento su come difendere la libertà di ricerca.

Qual è lo stato dell’arte della libertà accademica e della repressione nel mondo? Come si possono affrontare le nuove forme di sorveglianza da parte delle autorità accademiche, di polizia e dello Stato? Queste domande verranno affrontate, il 4 Novembre a Firenze, alla Scuola Normale Superiore – Istituto di Scienze Umane e Sociali, Firenze, in Palazzo Strozzi, Sala l’Altana, ore 16:00 – 18:30. L’incontro affronterà la questione della repressione nel mondo accademico dal punto di vista di studiosi, professionisti e attivisti dei movimenti sociali. Si discuterà di come affrontare queste sfide e di come sviluppare nuove forme di resistenza all’interno e all’esterno delle università, con l’obiettivo di delineare delle linee guida per studiosi e attivisti che si confrontano con la sorveglianza e la repressione nel mondo della ricerca e dell’università.

Interverranno Donatella Della Porta (Scuola Normale Superiore); Joseph Saunders (Human Rights Watch); Francesca Coin (Università di Venezia); Jannis Grimm (Freie Universität Berlin); Kevin Kohler (The American University in Cairo); Ilyas Saliba (WZB Berlin).

Sarà possibile seguire la diretta streaming dalla pagina YouTube della Scuola Normale Superiore, e dal portale della Scuola all’indirizzo www.sns.it/eventi/policing-research