Lettera ai componenti della compagna Sbilanciamoci per contribuire a connettere una rete di ong, associazioni, scienziati, professionisti di alto livello in grado di analizzare le problematiche relative alla pandemia e all’impiego dei fondi europei anche in supporto al sindacato. Con i pilastri: Natura e Lavoro.
Ad aprile scorso, quando, in rapporto con l’esplodere della pandemia, si è attivata una attenzione – e una preoccupazione – senza precedenti per l’incombente disastro ambientale che questa ci andava via via rivelando, con un gruppetto di amici scienziati, professionisti di alto livello, ma anche di qualcuno che poteva portare il contributo di un’esperienza pratica personale, abbiamo messo su una piccola task force che abbiamo chiamato Natura e Lavoro. Il titolo si riferisce a quanto ci è sembrato uno dei problemi politici più urgente da affrontare: come aiutare il sindacato a sottrarsi dal terribile ricatto cui è sottoposto e sempre più lo sarà: quello imposto dalla inevitabile riduzione di occupazione che ogni serio progetto ambientalista è destinato a produrre. E che, come sappiamo, ancora troppo spesso oppone la giustificata resistenza dei lavoratori (il “meglio morti per cancro che di fame” degli operai Italsider di Taranto) a chi – ambientalisti poco consapevoli – insistono per drastiche chiusure di stabilimenti senza preoccuparsi per le conseguenze sociali che possono derivarne.
La questione ecologica è – come sappiamo – attraversata dalla contraddizione di classe e prenderla sul serio significa mettere in discussione aspetti fondanti del sistema capitalista, innanzitutto la dittatura del mercato. E’ compito di tutti noi sostenere le vittime del mutamento pur necessario a sottrarsi al ricatto e a passare da una perdente posizione difensiva all’offensiva: indicando i tantissimi settori di nuova occupazione che dovranno svilupparsi come risultato del nuovo auspicabile modello di società per il quale ci battiamo. E dunque per indicare e promuovere le vertenze necessarie a imporre le misure che possono – e debbono – essere aperte per avviare l’alternativa. A cominciare dall’impiego dei fondi del “New Generation Europe”.
Il compito che ci siamo dati – ben consapevoli che ormai tanti si stanno muovendo con i nostri stessi intenti e che le competenze necessarie a fornire concrete indicazioni sono per fortuna molte –è quello di aiutare movimenti e gruppi ecologisti presenti sul territorio ad aprire specifiche vertenze, a partire dalle specifiche caratteristiche del territorio dove operano. E naturalmente cercando di unificare gli sforzi di ognuno per arrivare a delineare progetti comuni. Noi non siamo ovviamente un movimento né pensiamo di mettere su una nuova ong, vogliamo essere solo una delle tante strutture di servizio che possono esser loro utili. Abbiamo perciò accolto come un fatto grandemente positivo le molte iniziative che in questi ultimi mesi hanno visto la creazione di reti o anche semplici coordinamenti intesi ad intensificare collaborazione. Necessaria per la lotta ma anche per l’approfondimento scientifico relativo alle soluzioni alternative via via proposte e non tutte per il bene (spesso anzi usate per non perseguire davvero l’obbiettivo fondamentale: la riduzione effettiva delle emissioni da combustibile fossile, come l’uso indiscriminato della risorsa idrogeno. E per portare attenzione a progetti più ambiziosi, come l’avvio di un’economia circolare, i mutamenti reali da apportare alla mobilità, tutte questioni che impongono una drastica ristrutturazione delle zone urbane e di quelle agricole, così come del rapporto fra loro.
In questi ultimi mesi abbiamo cominciato a prendere contatto con movimenti e ong, in particolare con quelli che mobilitano molti giovani (Friday for future così come le Sardine, etc) affinché accompagnino sempre più le loro sacrosante “scese in piazza” e prese di parola con l’impegno più specifico sulle vertenze da aprire sul loro rispettivo territorio. A questo scopo a fine luglio abbiamo pubblicato un inserto nel Manifesto e poi, a settembre, un piccolo instant e-book chiamati “Attenti ai Dinosauri“ ( edito dalla manifestolibri ed acquistabile in rete al prezzo di euro 2,50 ) in cui vengono indicate prime proposte settoriali. Ogni giorno però vengono alla ribalta nuovi problemi, che richiedono ulteriori competenze per discernere il vero dal falso (es.il ricorso all’idrogeno). Per questo nel sito che abbiamo appena approntato – Natura e lavoro – ci ripromettiamo di diffondere tutti i documenti e le osservazioni critiche che via via produciamo ma anche rintracciamo, per arricchire la ricerca dei membri della nostra Task Force. E cerchiamo collegamenti con chi è disponibile a lavorare con noi.
E’ per questo che scrivo questa informazione su Sbilanciamoci, con cui io stessa ( ma anche altri fra no) sono da tempo in stretto rapporto anche per via dell’amicizia che mi/ci lega a chi vi ha un ruolo decisivo, Mario Pianta, Giulio Marcon, e altri. Nella rete di Sbilanciamoci moltissimi hanno competenze – e orientamenti – analoghi a quelli della nostra Task Force. Una collaborazione potrebbe dunque essere possibile e preziosa. A questo scopo abbiamo chiesto a Giulio Marcon, che di Sbilanciamoci è il portavoce, di entrare a far parte del nostro piccolo gruppo. Nella speranza si possa più efficacemente operare assieme. Dateci per favore un riscontro. Scrivendo eventualmente alla mia mail (sono la portavoce della Task Force) lcastellina@gmail.com, oppure a Barbara Auleta (barbarauleta@gmail.com ) che ne è la coordinatrice. Oppure su Sbilanciamoci stessa, naturalmente.