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In Italia un forte ritorno al centro

Il primo ministro Giuseppe Conte riunisce una nuova coalizione e respinge il nazionalismo e il fervore anti-immigrazione dei partiti di destra.

Dato che l’Italia ha avuto più di sessanta governi in 73 anni, l’emergere di un’altra coalizione improbabile e instabile potrebbe apparire,  per dirla con la frase spesso attribuita a Yogi Berra (leggendario giocatore di baseball degli Yankees famoso per gli aforismi ndt), come un déjà vu da capo (“déjà vu all over again”) .Eppure nell’attuale ondata di populismo in Europa e nel mondo, il successo del Parlamento italiano nel respingere una marchiatura a fuoco di destra, necessita uno sguardo più attento.

Il momento del giro di boa è stato ad agosto, quando Matteo Salvini – capo del partito della anti-immigrazione di estrema destra della Lega che per oltre un anno era stato in una coalizione di potere con il Movimento cinque stelle,  anti-establuishment -ha deciso di incassare la sua popolarità e chiedere all’elettorato italiano di consegnargli “pieni poteri” con nuove elezioni.

Invece il primo ministro – un professore di diritto di nome Giuseppe Conte, che era stato strappato dall’oscurità lo scorso anno per servire come cane poliziotto di quel governo di coalizione – ha pronciato un potente discorso al Senato italiano rimproverando il suo ex padrone , Salvini, di “opportunismo politico” cioè di “seguire i propri interessi e quelli del suo partito”.

Conte ha poi messo insieme una improbabile coalizione di due partiti che di solito si scannano, il Movimento a Cinque stelle e il Partito Democratico ,di centro-sinistra. Lunedì il governo – meglio noto come Conte II, con Salvini  ringhiante all’opposizione – ha facilmente ottenuto un voto di fiducia e ha restituito a Conte la campanella cerimoniale di primo ministro che aveva tenuto nel precedente governo di coalizione. 

Non si può dire per quanto tempo sopravviverà questo nuovo governo, dato che l’Italia sta soffrendo di una prolungata crisi economica che ha tormentato i governi recenti ed è improbabile che il nuovo governo cambi le cose a meno che non convinca in qualche modo l’Unione Europea ad allentare i suoi vincoli fiscali .

Salvini aveva come obiettivo principale , poi abortito per la sua smania di potere, di sfidare quei vincoli, a costo di mettersi in aperto contrasto con l’Unione Europea. Salvini era anche noto per la sua linea dura nelle politiche di immigrazione e per pendere verso la Russia, per uno stile autoritario e distante dai tradizionali alleati europei e atlantici.

Tuttavia, la battuta d’arresto della Lega e dei suoi alleati di estrema destra, è stata un sollievo per l’Unione Europea e per le forze moderate in tutto il Continente. Alcuni degli atti  politici più  anti-migranti di Salvini saranno probabilmente attenuati dal nuovo ministro degli Interni, Luciana Lamorgese , esperta in questioni migratorie. E un membro del Parlamento europeo, Roberto Gualtieri , è stato nominato ministro dell’Economia, con il compito fondamentale di redigere la legge di bilancio per il 2020. Conte ha dichiarato che il nuovo governo sarà meno controverso del  precedente.”Dobbiamo recuperare sobrietà e rigore in modo che i nostri cittadini possano tornare ad avere una rinnovata fiducia nelle istituzioni”, ha detto riprendendo i suoi attributi di primo ministro.

Sarebbe eccessivamente ottimista interpretare il freno che il Parlamento italiano ha messo a Salvini, un populista in cerca di “pieni poteri”, come una difesa altruistica della democrazia – molti membri hanno agito perché  rischiavano di perdere il posto con nuove elezioni. Tuttavia è stata la seconda volta in una settimana – incluso il rifiuto opposto dael parlamento britannico al tentativo del primo ministro Boris Johnson di intrufolarsi in una Brexit senza alcun accordo sospendendo la legislatura – che un Parlamento europeo si è alzato per bloccare un leader forte che voleva andare troppo lontano. Questo è qualcosa che i parlamentari di altri stati sfidati da uomini forti populisti, compresi gli Stati Uniti, dovrebbero prendere a cuore.

Gli slogan “elezioni! Elezioni! ” dei sostenitori di Salvini  in Parlamento e nelle strade adiacenti hanno confermato che la Lega e il suo leader non erano ancora finiti. Ma per il momento  il potere è nelle mani di un professore di legge che sostiene che in assenza di reciproco rispetto, la democrazia rischia di diventare “solo la maschera di una nuova tirannia “.